I giovani diplomati sono, in
questo periodo, alle prese con la scelta di un percorso universitario che potrebbe determinare il futuro di una vita lavorativa ma anche la soddisfazione derivante dal lavoro. Non tutte
le lauree danno le stesse opportunità e
possibilità di carriera. La scelta è molto importante e delicata anche in
considerazione che siamo nella quarta rivoluzione industriale. Rivoluzione caratterizzata dalla grande pervasività del digitale con forte
trasformazione delle professioni e delle competenze necessarie. Gli studiosi proprio per la trasformazione in atto, non
sono in grado di indicare, in modo certo, quali saranno i lavori dei prossimi
dieci anni. La cosa certa è che molti lavori dei prossimi anni oggi non sono
ancora visibili, circa il 60%. Di sicuro saranno basati sulla capacità di analizzare e correlare i dati; molti altri saranno nel tema ambientale e nei nuovi materiali, nelle biotecnologie e
nei servizi sanitari che dovranno necessariamente scontare la pervasività della
digitalizzazione. Già oggi in Italia, come in Europa, la carenza di figure nel
settore informatico presenta una forte
criticità. Come orientarsi quindi?
Lo abbiamo chiesto all'Ing. Matteo Sticozzi, Presidente dell'associazione "InnovAzione".
L’associazione “innovAzione”,
marchigiana, è da qualche anno che si batte per promuovere la conoscenza della
carenza di competenze e spinge per l’attivazione di percorsi di formazione e
riqualificazione di personale che possa aiutare le aziende, quindi l’Italia, a vincere la sfida del futuro, Impresa 4.0. E’ questo il momento di fare
delle scelte ponderate che tengano conto delle aspirazioni di ogni ragazza/o ma
che siano contemperate con la realtà e le previsioni di un futuro che gli possa
permettere di non vanificare anni di studi e sacrifici. Di seguito si riportano alcuni
elementi di riflessione che, oltre alle statistiche, i professionisti, soci di
“innovAzione”, sperimentano tutti i giorni nei loro rapporti di lavoro con
imprenditori e manager di aziende e di Enti. https://www.associazioneinnovazione.it/
Lavoro necessità e carenze
Una azienda su quattro, in
Italia, non è riuscita a trovare i profili adatti nel momento in cui si è
trovata a cercare figure specializzate in ambito scientifico-tecnologico. In
particolare, i professionisti più introvabili sono risultati essere gli
ingegneri meccanici, quelli dell'automazione e quelli dell'informazione. È
quanto emerge da una ricerca dell'Osservatorio Fondazione Deloitte sulle
competenze del futuro, nella quale si evidenzia come In Italia gli studenti
universitari iscritti alle cosiddette facoltà "STEM" - quelle
incentrate su scienza, tecnologia, matematica e ingegneria - rappresentino
solamente il 27% del totale, con un trend sostanzialmente stabile di crescita
pari al +0,3% annuo nell'ultimo decennio. Ma non è tutto: sebbene a livello
nazionale uno studente STEM su due sia iscritto a ingegneria, solo uno su dieci
è iscritto alle facoltà ingegneristiche che rispondono appieno alle esigenze
emergenti del mercato del lavoro.
LAUREE PIÙ RICHIESTE NEI PROSSIMI ANNI
Dal report di Unioncamere e ANPAL
e dalla esperienza quotidiana emerge che, in previsione, i fabbisogni
occupazionali e professionali in Italia a medio termine per il periodo
2019-2023 spiccano, tra i diversi ambiti, la digital transformation e l'ecosostenibilità, settori che coinvolgeranno circa il 30% dei lavoratori nei
prossimi cinque anni. Il rapporto stima che i
lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o
connesse all'industria 4.0, ammonteranno circa a 270/300mila. Tra gli esperti
che saranno più richiesti nei prossimi anni, il report segnala le seguenti
figure:
• Data
Scientist,
• Big
Data Analyst,
• Cloud
Computing Expert,
• Cyber
Security Expert,
• Business
Intelligence Analyst,
• Social
Media Marketing Manager,
• Artificial
Intelligence Systems Engineer.
Ma la ricerca di competenze
digitali non è limitata alle figure specifiche: come segnala la Previsione dei
fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2019-2023 a
oltre 9 profili su 10 è associata la richiesta di competenze digitali,
competenze che - come sottolineano le indagini Excelsior - le imprese fanno già
oggi molta fatica a trovare.
Per quanto riguarda invece l'area
dell'ecosostenibilità, nel prossimo quinquennio le imprese italiane
ricercheranno tra i 518 e i 576 mila lavoratori con competenze green. Ecco
alcuni dei green jobs che saranno maggiormente richiesti dalle imprese:
• esperto
in gestione dell’energia,
• il
chimico verde,
• l’esperto
di acquisti verdi,
• l’esperto
del marketing ambientale,
• l’installatore
di impianti a basso impatto ambientale.
Secondo il rapporto Previsione
dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia di Unioncamere-Anpal,
Sistema Informativo Excelsior, ci sono altre cinque filiere che faranno da
traino alla futura domanda di lavoro:
• Salute
e benessere;
• Education
e cultura;
• Meccatronica
e robotica;
• Mobilità
e logistica;
• Energia.
Per quanto riguarda salute e benessere, le unità richieste nei prossimi anni sono tra le 362 e le 381 mila. In particolare medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio medico saranno chiamati a sostituire i lavoratori che andranno in pensione nei prossimi anni e a rispondere alla domanda di carattere sanitario-assistenziale dovuta all'invecchiamento della popolazione.
Il fabbisogno della filiera education e cultura - che comprende docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, organizzatori di eventi culturali ed esperti in comunicazione e marketing - ammonterà a 140/161mila unità.
Dai 69 agli 83mila saranno invece i lavoratori richiesti dalla filiera meccatronica e robotica, che comprende:
• Tecnici
per l'automazione e i sistemi meccatronici;
• Tecnici
per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali;
• Progettisti
di impianti industriali;
• Addetti
alla programmazione di macchine a controllo numerico.
La filiera mobilità e logistica,
che si deve adeguare alle profonde trasformazioni nei modelli di acquisto e
consumo, sarà alla ricerca di un numero di lavoratori compreso tra 85 e 98 mila.
Mentre, la filiera energia richiederà tra le 40 e le 43 mila unità. Fonte: ufficio-stampa
LAUREE SCIENTIFICHE PIÙ EFFICACI
Qual è la condizione
occupazionale dei laureati nelle materie scientifiche anche dette STEM
(Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) lo rivela il rapporto 2018 sul
Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati del Consorzio
Interuniversitario AlmaLaurea. I laureati provenienti da corsi di studio STEM
hanno buone performance alla prova del mercato del lavoro: sia a livello
occupazionale che retributivo.
LAVORO E STEM: QUALI SBOCCHI
OCCUPAZIONALI
Per il rapporto AlmaLaurea ha sentito oltre
30.600 laureati STEM di secondo livello a 5 anni dal conseguimento del titolo
nel 2012. Il tasso di occupazione dei laureati STEM è pari all'89,3% (+4,1
punti percentuale rispetto ai non STEM), valore che aumenta fino al 92,5% se
consideriamo solo il genere maschile e scende all'85% se consideriamo invece le
donne laureate in discipline STEM. Quali sono le lauree scientifiche più
efficaci? Secondo il rapporto AlmaLaurea maggiori performance occupazionali si
osservano tra i laureati STEM dei seguenti gruppi:
• economico-statistico
(94,8%);
• ingegneria
(94,6%).
A livello contrattuale invece, i
contratti di lavoro a tempo indeterminato caratterizzano il 55,6% degli
occupati STEM (46,4% per i non STEM), con significative differenze di genere
(tra gli STEM, 62,5 contro 45,1%, rispettivamente per uomini e donne). Il
lavoro non standard (in prevalenza contratti a tempo determinato) caratterizza
il 15,9% degli occupati in lauree STEM (contro il 19,5% dei laureati non STEM)
ed è diffuso prevalentemente tra le donne STEM (21,1 rispetto
a 12,5% degli uomini).
LAUREE STEM: CONDIZIONE
OCCUPAZIONALE
Per quanto riguarda l'aspetto retributivo, i
laureati in discipline tecnico-scientifiche STEM dichiarano, in media, di
percepire una retribuzione mensile netta pari a 1.571 euro (il 16,4% in più
rispetto ai laureati non STEM, che in media guadagnano 1.350 euro). Tra gli
STEM il divario uomini-donne permane elevato (+23,6%, a favore dei primi):
1.699 euro percepiti dagli uomini contro 1.375 euro delle donne. Il
differenziale si conferma elevato in tutti i gruppi disciplinari, in
particolare nei gruppi architettura dove supera il 20% ed economico-statistico
dove sfiora il 18%.
Il gap di genere è ancora alto,
specie per quanto riguarda le lauree del gruppo STEM. Nonostante questo la
maggior parte dei laureati sentiti a cinque anni dal conseguimento del titolo è
soddisfatta dell'esperienza universitaria e confermerebbe la scelta compiuta
tanto in termini di corso che di ateneo. Il 71,9% dei laureati STEM
ripeterebbero la scelta, contro il 68,1% dei laureati non STEM.
- le lauree più richieste siano
quelle di secondo livello, possibilmente di ambito economico-statistico e
ingegneristico. Ma non è sufficiente: nel
bagaglio di saperi dei neo-laureati sono richiesti anche la conoscenza delle
lingue, una certa padronanza degli strumenti informatici di base e un buon
punteggio negli esami e nel voto di laurea.
Conclusioni
Il nostro ruolo, in quanto attivisti nella società civile, è quello di indirizzare ed aiutare le nuove generazioni verso il futuro, creando politicamente ed economicamente (crediamo fermamente nel diritto allo studio garantito a tutti) tutte le condizioni utili affinché le nuove esigenze lavorative siano adeguatamente supportate dal grado formazione delle nuove generazioni. Per una società migliore in un Italia migliore.
Un abbraccio innovativo,
La Redazione