Avete potuto leggere i due precedenti post, dedicati alla sfida elettorale del 1956 tra Dozza e Dossetti e ad un recente incontro organizzato a Bologna da Repubblica. Cosa ne pensate?
Risponde Enzo: Davvero ottimo l’incontro a Bologna. Riprendo l’intervento del Presidente dell’ANCI: se è vero che sarebbe assurdo parlare oggi di un partito dei sindaci, è verissimo che i sindaci sono gli unici organi delle istituzioni pubbliche a diretto contatto con i cittadini e che soffrono su di loro il peso delle responsabilità. Responsabilità amministrative, penali, come nel caso recente del bambino di Crema che si è incastrato le dita nel cancello della scuola ed il sindaco si è preso la denuncia penale.
Risponde Matteo. Credo che manchi un punto importante e che deriva dall'antipolitica. Per fare il Sindaco, oggi più che nel passato, è necessario disporre di una preparazione e conoscenza della macchina amministrativa, che molti sindaci di piccole comunità non hanno; di capacità di discernere l'evoluzione della società. Ritengo che manchi la componente di formazione politica da cui deriva l'impostazione dell'amministrare rispetto ad una visione verso cui si intende indirizzare il futuro della comunità. Se, come spesso accade , l'azione primaria è occuparsi della normalità, che dovrebbe essere in capo ai funzionari, allora non si parla più di ruolo del sindaco ma di un normale lavoro . Fare il Sindaco è ben altra cosa.
Quali problematiche ritenete importanti far emergere, quando si parla di sindaci?
Risponde Enzo: Il problema che vorrei porre è in relazione alle retribuzioni. Bisogna essere concreti e pragmatici. Un sindaco prende una retribuzione bassa, se la paragoni a quella di un semplice consigliere regionale che non ha alcuna responsabilità paragonabile a quella di un sindaco. La emergenza di responsabilità penale gigantesca e la retribuzione- per nulla paragonabile al ruolo - spingono molti ad allontanarsi da questa responsabilità. Ed è un peccato. La prassi e la palestre negli enti locali potrebbero essere un buon viatico per successive responsabilità.
Risponde Matteo. Premesso che fare il Sindaco è una scelta che attiene alla parte di noi che afferisce all'area del contributo che si vuol dare alla comunità, è altrettanto vero che esiste un forte squilibrio tra le competenze e l'impegno richiesti e il riconoscimento economico. Su questo fronte va tenuto conto anche la situazione di squilibrio tra un dipendente pubblico, un dipendente del mondo privato e un libero professionista. Nel caso del dipendente pubblico, la condizione che deriva dal suo statuto giuridico risulta privilegiata, visto che mantiene tutte le tutele del proprio contratto di lavoro. Per il mondo delle professioni, l'appannaggio riconosciuto con il ruolo ricoperto risulta del tutto inadeguato, anche in considerazione del fatto che un professionista deve sviluppare il suo mercato giorno per giorno. Il rischio è che il ruolo di Sindaco possa diventare un lavoro per chi non lo ha o per privilegiati che hanno un posto pubblico.
L’ultima domanda…che prospettiva volete lanciare?
Risponde Enzo: Vorrei essere provocatorio: magari sarebbe necessario mettere in Costituzione che prima di assumere cariche più ampie (in Consiglio regionale, nei Comuni metropolitani, in Parlamento) si debba fare un pregresso background amministrativo. Lascio ai lettori ed alle lettrici questa provocazione…