mercoledì 21 ottobre 2020

Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici

 

Terza parte

Come scrivevo prima, diversi amici mi invitano a militare in Italia Viva o in Dipende da Noi o in DEMOS o nel nuovo Centro Insieme, poiché mi segnalano diversi limiti del nostro partito.

E’ vero, non dobbiamo nasconderci dietro facili retoriche…ci sono diverse cose da poter migliorare.

Personalmente, indico queste aree di miglioramento con il termine “condizioni” e ne elenco alcune:

Potremo stare tutti meglio nel PD:

A condizione che il PD diventi un luogo dove la formazione della classe dirigente pesi…eccome

Gli studenti universitari hanno il loro libretto. La mia proposta è che anche i militanti ed i loro dirigenti abbiano un loro libretto, nel quale inserire le ore di attività formativa a cui si è preso parte, da discenti, come da docenti. I militanti dovrebbero garantire l’impegno a frequentare almeno 50 ore annuali. I dirigenti invece almeno 100 ore. Per questi ultimi, sarà necessario prevedere una formazione speciale, a seconda che vogliano offrire le proprie energie per candidarsi alle elezioni, oppure dentro gli organismi di partiti, oppure nelle società partecipate dallo Stato, dalle Regioni, dagli enti pubblici.

Non vi spaventate…nel conteggio delle ore, andranno considerate le ore di Assemblea di circolo o i Seminari previsti dalle componenti culturali che compongono il PD oppure le ore di volantinaggio oppure il tempo dedicato a scovare, studiare, condividere con il partito un determinato saggio di cultura, oppure le ore certificate ad esempio dalle Università sui temi di interesse di un partito come il PD.

Il riferimento è all’articolo 35 dello Statuto nazionale del PD, che incentiva la formazione continua, attraverso la Fondazione Costituente.

Potremo stare tutti meglio nel PD:

A condizione che il PD dimostri più chiaramente di avere a cuore la qualità della democrazia interna

Il PD deve adottare al proprio interno i principi espressi dalle leggi regionali sulla partecipazione. Qui citiamo la legge n. 31 del 2020 delle Marche poiché, come sopra riportato, Argomenti2000 ha potuto contribuire alla sua stesura. Inclusione di più punti di vista, trasparenza, fiducia nel dialogo, accountabiliy...sono solo alcuni principi per riformare alla radice la vita dei circoli del PD.

Un secondo elemento sarà quello di valorizzare le componenti! Sul punto vorrei essere chiaro.

Le correnti possono esser di due tipi: d’aria fredda e fanno ammalare; di energia e danno la carica. Ecco una condizione per abitare da cattolici democratico il PD è che esso inizi ad essere animato da componenti che siano correnti di energia, di collegamento tra vita concreta e idee politiche, che facciano circolare nuova linfa. Nel concreto, ipotizzando che ogni circolo convochi 4-5 Assemblee e 8-10 Direttivi per anno solare, ogni riunione dell’Assemblea e del Direttivo dovrebbero essere preceduta da una riflessione delle componenti presenti, in modo da arrivare adeguatamente preparati. Ciò comporta che i Segretari di circolo e le rispettive segreterie programmino per tempo temi e date degli incontri.

La base di questa riflessione è data dalla necessità di dare attuazione all’articolo 1, comma 8 dello Statuto del PD, sul rispetto del pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche come essenziale alla vita di partito.

Potremo stare tutti meglio nel PD: 

A condizione che nel PD siano valutate le competenze dei propri iscritti/intellettuali, non solo dei propri amministratori

Nel PD ci si deve confrontare tra culture politiche, prima ancora che sui nomi da inserire nelle liste elettorali. Altrimenti le persone non si avvicineranno più ai circoli e non ci voteranno perché non ci sarà il sale che anima una sana dialettica politica.

Il PD non può essere solo il partito che elogia i sindaci che ben amministrano. Deve ritornare ad essere il partito di studiosi, studenti, appassionati di politica che pensano, si confrontano, litigano sui temi della cittadinanza, della giustizia, della religione e della laicità. Non solo sindaci, ma anche professori, impiegati, giuristi, architetti, operatori sociali, teologi possono offrire un contributo di pregio…la figura che individuo è quella dell’intellettuale militante, di cui va valorizzato il sapere, la esperienza, lo sguardo critico…

In questo ambito, invito il Partito a non cedere alle lusinghe del “frettolismo” rispetto a come decidere su piani, progetti, opere dal grande impatto sociale ed ambientale. Le sirene del decisionismo democratico, proprie di molti nostri sindaci, non sono un campo fruttuoso. Occorre recuperare, con pazienza, un tema caratteristico dei partiti di centrosinistra: la valorizzazione della partecipazione dei cittadini e dei comitati alla vita delle istituzioni: ascoltare i cittadini PRIMA di una decisione è di sinistra e fa ridurre i contenziosi al TAR o al Consiglio di Stato. Per questo, bisogna stare attenti a non assecondare versioni neoliberali,  incentrate sul “fare di fretta”, richiamandosi al modello del sindaco di destra di Genova. Il PD dovrebbe ricordare un altro modello Genova, quello voluto dalla sindaca pro tempore Marta Vicenzi che dieci anni fa ebbe il coraggio di istituire un “dibattito pubblico”, alla francese sul tema della Gronda di Genova, servendosi di esperti brillanti come il compianto Luigi Bobbio!!!

E’ molto importante aver riattivato il blog del circolo e per questo ringrazio in particolare Matteo e Donato. E’ su questa strada che occorre continuare, anche sfruttando le competenze informatiche apprese durante i mesi di pandemia, chiusi in casa ma collegati tramite Internet con i colleghi, gli amici, etc.

Conclusioni

“Il PD deve porsi l’obiettivo di essere il primo partito dei cattolici”, scriveva qualche anno fa il prof. Fulvio De Giorgi nel saggio Il mito del centro, cattolico? che potete leggere nel libro a cura di Argomenti2000 Il cattolicesimo democratico in ricerca.

E’ un obiettivo a cui tendere insieme, nei prossimi anni.

La motivazione è questa: nel PD, da cattolici democratici, si può essere incisivi.

La visione è da far tremare le vene ai polsi: il PD sia un partito ad impianto berlingueriano ed a trazione morotea.

A patto che siano rispettate le condizioni espresse: un PD che punti concretamente sulla formazione della classe dirigente; un PD di amministratori ed anche di iscritti/intellettuali; un PD che abbia  cuore la democrazia interna.

Sarà un cammino non facile, ma l’obiettivo è sfidante e sono convinto che possa essere condiviso da tanti iscritti e dirigenti del PD, non solo da tante cattoliche e cattolici democratici.

Per conto mio, in questa direzione vorrei poter continuare a dare il mio contributo per i prossimi anni…

Giandiego Carastro

lunedì 19 ottobre 2020

Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici


Seconda parte

La visione in tre punti: antifascismo, cattolicesimo politico, benecomunismo

Il Segretario nazionale del PD Zingaretti ha da tempo lanciato il Congresso delle idee, per dare nuovo slancio ideale al partito, e riposizionarlo in un tempo nuovo, diverso – come ricordavo prima.

Poi è arrivata la pandemia ed il congresso è stato rinviato senza una data certa. Ma prima o poi sarà svolto, e, da cattolico democratico, mi piacerebbe presentare la seguente nuova visione per il bene comune di tutto il PD. Da quando nella società civile era ancora presente lo spirito dell’Ulivo, il movimento popolare di trasformazione sociale che ha animato moltissime realtà a fine anni 90 del secolo scorso, raggiugendo importanti traguardi in tema di adesione all’Unione Europea e di riduzione delle diseguaglianze. Lo spirito dell’Ulivo è esaurito: occorre costruire insieme una nuova visione. Da dove partire?

Vorrei ricordare che un anno fa, a novembre 2019, l’Assemblea nazionale del PD ha modificato lo Statuto del partito: "Il PD è un partito antifascista che ispira la sua azione al pieno sviluppo dell'Art.3 della Costituzione". La modifica collega la qualifica di "partito antifascista" con l'Art.3 della Costituzione italiana che recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

La pandemia non ci ha permesso di approfondire questa importante modifica, ma adesso possiamo dire che il PD può creare delle alleanze con i ricercatori che stanno analizzando sotto basi rinnovate il tema della riduzione delle disuguaglianze: penso a Suor Smerilli, a Fabrizio Barca, a Luigino Bruni, a Enrico Giovannini, ed anche gli stessi Zamagni, Becchetti, Rosina che ho citato nei post precedenti.

A mio avviso, il PD del futuro, oltre proporsi come partito antifascista, è destinato ad essere un partito benecomunista e socialcattolico.

Il PD sarà un partito benecomunista, perché tenderà verso la trasformazione profonda del modello economico volto ad implementare resilienza, sostenibilità, prossimità. La Laudato Sì di Papa Francesco e le azioni di G. Thumberg con i ragazzi di Friday for Future hanno tanto da suggerire al partito. Come anche le riflessioni dei cittadini attivi che da anni guardano ai beni comuni come risorsa di rinnovamento (penso a Labsus, o alla Rete dei beni comuni emergenti, etc).

Come diventare partito “benecomunista”?

La prospettiva per me più fertile per il PD sarà quella di proporsi come partito moroteo ad impianto berlingueriano. Cosa voglio dire? Voglio dire che il PD si proporrà come partito con il radicamento nella cura per la qualità costituzionale delle istituzioni ed attivamente proteso verso la difesa dei diritti e dei doveri dei cittadini, soprattutto i più piccoli e poveri.  Provando a dare visibilità alle soggettività benecomuniste presenti nel Paese, che costituiscono il terzo pilastro del vivere civile, insieme alle istituzioni (Comuni, Aree vaste, Regioni, Stato, Unione Europea, Onu…) ed al mercato.

Il PD sarà berlingueriano… mi spiego meglio: il riferimento è al compromesso storico elaborato da Enrico Berliguer, negli anni 70 e che si basava sull’orizzonte di una fusione tra cattolici e comunisti per la trasformazione socio-economica del Paese nell’ottica della riduzione delle diseguaglianze.  Il progetto venne interrotto dal barbaro omicidio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, nel 1978. Tuttavia, questo precedente storico mi porta a proporre di definire il PD “ad impostazione berlingueriana”, dal momento che - come da Statuto nazionale - la  base del PD è e continuerà ad essere plurale, nell’orizzonte unitivo elaborato da E. Berlinguer: cattolici, atei, agnostici, ebrei, islamici, femministe, LGBTQ sono la componente attiva del PD, ciascuno con la ricchezza delle proprie culture politiche di riferimento, come voleva l’allora Segretario del PCI.

Inoltre il PD sarà a trazione morotea…che vuol dire? La impostazione sarà berlingueriana, ma la trazione sarà morotea perché come metodo e direzione il PD si reggerà sul cattolicesimo politico democratico e sociale  che ha ospitato tra le sue file lo statista di Maglie. Come A. Moro ha guidato il processo di inserimento pieno nella dinamica democratica del PSI (anni Sessanta del Novecento) e del PCI (Anni 70 del Novecentro), così adesso la mission dei prossimi decenni sarà guidare il cambiamento ecologista rappresentato da un parte consistente del M5S nella accettazione della dinamica parlamentare e rappresentativa. Certo, il M5S dovrà stemperare l’ardore eccessivo verso la democrazia diretta on-line, ma i processi politici necessitano tempo ed Argomenti 2000 Senigallia può offrire una base di partenza: la legge sulla partecipazione n. 31 del 2020 che ha avuto come primo firmatario Antonio Mastrovincenzo e come relatore Claudio Minardi. E’ una legge trasformativa, basata sulla democrazia deliberativa e partecipativa e che non contrasta la democrazia rappresentativa, ma la arricchisce…C’è già, basta implementarla e praticarla…

Inoltre, il PD sarà a trazione morotea perché il riferimento al ruolo del cattolicesimo politico dentro il PD non riguarda solo l’ingegno di Aldo Moro, ma è rivolto al cattolicesimo universale e sociale: come abbiamo visto nei post precedenti, la Chiesa cattolica (ad esempio con la enciclica Laudato Si ed adesso con la enciclica Tutti Fratellista irrorando di nuova linfa le riflessioni di persone, popoli, istituzioni planetarie: sui seguenti temi: verso nuovo modello di sviluppo che superi la economia che uccide; una ecologia integrata con la giustizia sociale; politiche attive per lavori degni, creativi, partecipati; la strategia del voto con il portafoglio... Il PD potrà utilmente assorbire nel suo tessuto connettivo queste idealità molto concrete…...Continua....

Giandiego Carastro