Terza parte
Come
scrivevo prima, diversi amici mi invitano a militare in Italia Viva o in
Dipende da Noi o in DEMOS o nel nuovo Centro Insieme, poiché mi segnalano
diversi limiti del nostro partito.
E’ vero, non
dobbiamo nasconderci dietro facili retoriche…ci sono diverse cose da poter
migliorare.
Personalmente, indico queste aree di miglioramento con il termine “condizioni” e ne elenco alcune:
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che il PD diventi un luogo dove la formazione della classe dirigente pesi…eccome
Gli studenti
universitari hanno il loro libretto. La mia proposta è che anche i militanti ed
i loro dirigenti abbiano un loro libretto, nel quale inserire le ore di
attività formativa a cui si è preso parte, da discenti, come da docenti. I
militanti dovrebbero garantire l’impegno a frequentare almeno 50 ore annuali. I
dirigenti invece almeno 100 ore. Per questi ultimi, sarà necessario prevedere
una formazione speciale, a seconda che vogliano offrire le proprie energie per
candidarsi alle elezioni, oppure dentro gli organismi di partiti, oppure nelle
società partecipate dallo Stato, dalle Regioni, dagli enti pubblici.
Non vi
spaventate…nel conteggio delle ore, andranno considerate le ore di Assemblea di
circolo o i Seminari previsti dalle componenti culturali che compongono il PD
oppure le ore di volantinaggio oppure il tempo dedicato a scovare, studiare,
condividere con il partito un determinato saggio di cultura, oppure le ore
certificate ad esempio dalle Università sui temi di interesse di un partito
come il PD.
Il riferimento è all’articolo 35 dello Statuto nazionale del PD, che incentiva la formazione continua, attraverso la Fondazione Costituente.
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che il PD dimostri più chiaramente di avere a cuore la
qualità della democrazia interna
Il PD deve adottare al proprio interno i principi espressi dalle leggi regionali sulla partecipazione. Qui citiamo la legge n. 31 del 2020 delle Marche poiché, come sopra riportato, Argomenti2000 ha potuto contribuire alla sua stesura. Inclusione di più punti di vista, trasparenza, fiducia nel dialogo, accountabiliy...sono solo alcuni principi per riformare alla radice la vita dei circoli del PD.
Un secondo
elemento sarà quello di valorizzare le componenti! Sul punto vorrei essere
chiaro.
Le correnti
possono esser di due tipi: d’aria fredda e fanno ammalare; di energia e danno
la carica. Ecco una condizione per abitare da cattolici democratico il PD è che
esso inizi ad essere animato da componenti che siano correnti di energia, di
collegamento tra vita concreta e idee politiche, che facciano circolare nuova
linfa. Nel concreto, ipotizzando che ogni circolo convochi 4-5 Assemblee e 8-10
Direttivi per anno solare, ogni riunione dell’Assemblea e del Direttivo
dovrebbero essere preceduta da una riflessione delle componenti presenti, in
modo da arrivare adeguatamente preparati. Ciò comporta che i Segretari di
circolo e le rispettive segreterie programmino per tempo temi e date degli
incontri.
La base di questa riflessione è data dalla necessità di dare attuazione all’articolo 1, comma 8 dello Statuto del PD, sul rispetto del pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche come essenziale alla vita di partito.
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che nel PD siano valutate le competenze dei propri iscritti/intellettuali, non solo dei propri amministratori
Nel PD ci si
deve confrontare tra culture politiche, prima ancora che sui nomi da inserire
nelle liste elettorali. Altrimenti le persone non si avvicineranno più ai circoli
e non ci voteranno perché non ci sarà il sale che anima una sana dialettica
politica.
Il PD non
può essere solo il partito che elogia i sindaci che ben amministrano. Deve
ritornare ad essere il partito di studiosi, studenti, appassionati di politica
che pensano, si confrontano, litigano sui temi della cittadinanza, della
giustizia, della religione e della laicità. Non solo sindaci, ma anche
professori, impiegati, giuristi, architetti, operatori sociali, teologi possono
offrire un contributo di pregio…la figura che individuo è quella
dell’intellettuale militante, di cui va valorizzato il sapere, la esperienza,
lo sguardo critico…
In questo
ambito, invito il Partito a non cedere alle lusinghe del “frettolismo” rispetto
a come decidere su piani, progetti, opere dal grande impatto sociale ed
ambientale. Le sirene del decisionismo democratico, proprie di molti nostri
sindaci, non sono un campo fruttuoso. Occorre recuperare, con pazienza, un tema
caratteristico dei partiti di centrosinistra: la valorizzazione della
partecipazione dei cittadini e dei comitati alla vita delle istituzioni:
ascoltare i cittadini PRIMA di una decisione è di sinistra e fa ridurre i
contenziosi al TAR o al Consiglio di Stato. Per questo, bisogna stare attenti a
non assecondare versioni neoliberali,
incentrate sul “fare di fretta”, richiamandosi al modello del sindaco di
destra di Genova. Il PD dovrebbe ricordare un altro modello Genova, quello
voluto dalla sindaca pro tempore Marta Vicenzi che dieci anni fa ebbe il
coraggio di istituire un “dibattito pubblico”, alla francese sul tema della
Gronda di Genova, servendosi di esperti brillanti come il compianto Luigi
Bobbio!!!
E’ molto importante aver riattivato il blog del circolo e per questo ringrazio in particolare Matteo e Donato. E’ su questa strada che occorre continuare, anche sfruttando le competenze informatiche apprese durante i mesi di pandemia, chiusi in casa ma collegati tramite Internet con i colleghi, gli amici, etc.
Conclusioni
“Il PD deve
porsi l’obiettivo di essere il primo partito dei cattolici”, scriveva qualche
anno fa il prof. Fulvio De Giorgi nel saggio Il mito del centro, cattolico?
che potete leggere nel libro a cura di Argomenti2000 Il cattolicesimo
democratico in ricerca.
E’ un
obiettivo a cui tendere insieme, nei prossimi anni.
La motivazione
è questa: nel PD, da cattolici democratici, si può essere incisivi.
La visione è da far tremare le vene ai polsi: il PD sia un partito ad impianto berlingueriano ed a
trazione morotea.
A patto che siano rispettate le condizioni
espresse: un PD che punti concretamente sulla formazione della classe
dirigente; un PD di amministratori ed anche di iscritti/intellettuali; un PD
che abbia cuore la democrazia interna.
Sarà un
cammino non facile, ma l’obiettivo è sfidante e sono convinto che possa essere condiviso da tanti iscritti e dirigenti
del PD, non solo da tante cattoliche e
cattolici democratici.
Per conto
mio, in questa direzione vorrei poter
continuare a dare il mio contributo per i prossimi anni…
Giandiego Carastro