venerdì 24 luglio 2020

Un Percorso nella Storia, più informati e più liberi

UN PERCORSO NELLA STORIA


Il Mondo in cui viviamo è complesso: un evento che accade nella parte più remota del Mondo provoca effetti negativi e/o positivi anche da noi.
Il ‘900 è stato caratterizzato, geopoliticamente, da due blocchi che determinavano la cosiddetta “guerra fredda”: il blocco occidentale e il blocco dell’est.
Questa configurazione del Mondo ha, in generale, garantito una stabilità e un certo sviluppo del Mondo.
La nascita dell’UnioneEuropea ha garantito la stabilizzazione dei rapporti tra i paesi europei e la crescita di tutti i paesi, portando benessere alle popolazioni e diritti.
Negli ultimi quarant’anni la configurazione del Mondo è cambiata e con l’avvento dei sistemi di comunicazione globali questi cambiamenti hanno accellerato i processi di trasformazione dell’economia e della politica.

Bisogna tenere presente questo nuovo scenario!

Questa breve introduzione è per comprendere la nuova complessità con cui la politica si deve confrontare ed operare negli interessi dei cittadini.
La politica è obbligata ad essere chiara nei confronti dei cittadini e capace di elevare il livello di conoscenza degli stessi, per dar loro modo di comprendere e decidere.
Giocare sul malessere, promettendo di tutto e di più salvo poi non mantenere le promesse e dare le colpe a “mitologiche” forze esterne (come fanno molte forze politiche) è un imbroglio!
Il circolo PD di Monte San Vito propone un ciclo di pubblicazioni di spunti sul percorso che ha portato l’Italia dal 1848 ai giorni nostri.
Vogliamo dare un piccolo contributo a tutti i cittadini per comprendere dove siamo, come ci siamo arrivati e cosa dobbiamo aspettarci.

UN CITTADINO INFORMATO È UN CITTADINO LIBERO!!

Da giovedì 30 Luglio, e a cadenza settimanale, verrà pubblicato un post su questo tema.
Un ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato, con il proprio tempo e le proprie competenze, a dar vita a questa iniziativa!
Invitiamo tutti alla lettura, specialmente i più GIOVANI, futuro del nostro Paese!!

Un abbraccio "storico",
La Redazione

giovedì 23 luglio 2020

E' tempo per "Riformisti", verso il 5G

Accantonati i festeggiamenti di rito per l'importante successo ottenuto in Europa con il "Recovery Fund" riteniamo utile aprire da subito, sulla scia di questa imponente spinta economica, una rapida riflessione sulle Riforme necessarie di cui il Nostro Paese ha bisogno. Sanità, Fiscalità, Investimenti Pubblici, Scuola e Ricerca, Innovazione per le Imprese, Cantieri e Semplificazioni e tanto, ma tanto altro. Ma più che tempo di riflessioni crediamo sia tempo di Azioni, concrete e mirate, che dimostrino agli Italiani, ed agli Europei che hanno creduto in questo progetto, che il Nostro Paese è capace di "cambiare" e superare con pragmatismo e concretezza anche situazioni più drammatiche. Dobbiamo dimostrare di essere un Paese che, quando serve, sà cambiare velocità. Proprio in tema di velocità è di questi giorni l'appello lanciato dalle pagine di alcune testate giornalistiche (Corriere della Sera) da un gruppo di intellettuali ed esperti: Marco Bentivogli, Luciano Floridi, Enrico Giovannini, Walter Ricciardi, Paolo Venturi, Giorgio Ventre, Massimo Chiriatti, Giorgio Gori, Alfonso Fuggetta, Alessandro Rosina, Fabrizio Pagani, Roberta Siliquini, Maria Chiara Carrozza, Francesco Seghezzi: "Subito la rete 5G, che può accelerare la rinascita del Paese".
Il 5G, affermano, "è necessario e urgente". Il Paese, sottolineano, "non può permettersi di rimanere indietro, in balia di pregiudizi immotivati, esitazioni conservatrici o inammissibili resistenze burocratiche". "Chiediamo dunque al governo, alle istituzioni e alle forze politiche - proseguono - di promuovere con determinazione un'azione di sistema per la creazione di una rete 5G solida e performante, che acceleri la rinascita dell'Italia anche attraverso interventi normativi che accentrino le responsabilità delle autorizzazioni, garantendo adeguati limiti emissivi e liberando le diverse amministrazioni dall'assedio di posizioni irrazionali e antiscientifiche". Il 5G, concludono, "è un obiettivo necessario e urgente, va realizzato rapidamente per il futuro dell'Italia". (ANSA).

 IL TESTO INTEGRALE DELL'APPELLO
"Per mesi l’Italia ha combattuto il coronavirus con il sacrificio e l’impegno di tutti e grazie al massiccio uso delle tecnologie digitali. Nell’emergenza abbiamo usato lo smart working nelle imprese e nelle amministrazioni, la didattica a distanza nelle scuole e nelle università, l’uso delle piattaforme per restare vicini a parenti e amici, l’accesso allo streaming tv per l’intrattenimento. Le aziende di telecomunicazione hanno contribuito alla tenuta economica, culturale e sociale del Paese. Ma nello stesso tempo sono emerse le carenze strutturali della nostra rete, in termini di copertura territoriale, capillarità, velocità e affidabilità di banda, dotazione diffusa di strumenti digitali nella popolazione.
Ora, nella ripartenza, è il momento di sfruttare le enormi potenzialità delle tecnologie, accelerare i tempi della ripresa e creare le basi della nuova società digitale, innanzitutto facendo una decisa scelta nella costruzione della generazione avanzata di reti wireless, chiamata 5G. Una tecnologia che consentirà la più ampia copertura dei territori, compresi i piccoli comuni, una maggiore capacità di connessione alle fonti di informazioni e dati, una connettività stabile e velocissima, l’Internet delle cose, la remotizzazione della prevenzione e cura delle cronicità, la previsione dei grandi rischi naturali, l’automazione della mobilità e delle città. Non è una rete in più, successiva al 4G, è l’infrastruttura di un vero e proprio ecosistema digitale che può rigenerare e dare sostenibilità al territorio. Sono evidenti gli impatti estremamente positivi sull’economia, sul lavoro, la mobilità, la sanità, sull’educazione, sulla cultura e l’intrattenimento, rendendo possibile per tutti una migliore qualità dell’accesso a servizi e contenuti e contribuendo alla crescita e allo sviluppo.
Di fronte a questi traguardi, il Paese non può permettersi di rimanere indietro, in balia di pregiudizi immotivati, esitazioni conservatrici o inammissibili resistenze burocratiche.
Chiediamo dunque al governo, alle istituzioni e alle forze politiche che hanno da tempo avviato un percorso partito dall’assegnazione delle frequenze e ora giunto nel vivo della gara di aggiudicazione dei diritti d’uso ai vari operatori di promuovere con determinazione un’azione di sistema per la creazione di una rete 5G solida e performante, che acceleri la rinascita dell’Italia, anche attraverso interventi normativi che accentrino le responsabilità delle autorizzazioni, garantendo adeguati limiti emissivi e liberando le diverse amministrazioni dall’assedio di posizioni irrazionali e antiscientifiche. Il 5G è un obiettivo necessario e urgente, va realizzato rapidamente per il futuro dell’Italia."

Un abbraccio "digitale"
La Redazione

mercoledì 22 luglio 2020

Lavoro futuro e Lauree, come orientarsi


Indicazioni per la possibile scelta del percorso di Studi
I giovani diplomati sono, in questo periodo, alle prese con la scelta di un percorso universitario che potrebbe determinare il futuro di una vita lavorativa ma anche la soddisfazione derivante dal lavoro. Non tutte le lauree danno le stesse opportunità e possibilità di carriera. La scelta è molto importante e delicata anche in considerazione che siamo nella quarta rivoluzione industriale. Rivoluzione caratterizzata dalla grande pervasività del digitale con forte trasformazione delle professioni e delle competenze necessarie. Gli studiosi proprio per la trasformazione in atto, non sono in grado di indicare, in modo certo, quali saranno i lavori dei prossimi dieci anni. La cosa certa è che molti lavori dei prossimi anni oggi non sono ancora visibili, circa il 60%. Di sicuro saranno basati sulla capacità di analizzare e correlare i dati; molti altri saranno nel tema ambientale e nei nuovi materiali, nelle biotecnologie e nei servizi sanitari che dovranno necessariamente scontare la pervasività della digitalizzazione. Già oggi in Italia, come in Europa, la carenza di figure nel settore informatico presenta una forte criticità. Come orientarsi quindi?
Lo abbiamo chiesto all'Ing. Matteo Sticozzi, Presidente dell'associazione "InnovAzione".
L’associazione “innovAzione”, marchigiana, è da qualche anno che si batte per promuovere la conoscenza della carenza di competenze e spinge per l’attivazione di percorsi di formazione e riqualificazione di personale che possa aiutare le aziende, quindi l’Italia, a vincere la sfida del futuro, Impresa 4.0. E’ questo il momento di fare delle scelte ponderate che tengano conto delle aspirazioni di ogni ragazza/o ma che siano contemperate con la realtà e le previsioni di un futuro che gli possa permettere di non vanificare anni di studi e sacrifici. Di seguito si riportano alcuni elementi di riflessione che, oltre alle statistiche, i professionisti, soci di “innovAzione”, sperimentano tutti i giorni nei loro rapporti di lavoro con imprenditori e manager di aziende e di Enti. https://www.associazioneinnovazione.it/

Lavoro necessità e carenze
Una azienda su quattro, in Italia, non è riuscita a trovare i profili adatti nel momento in cui si è trovata a cercare figure specializzate in ambito scientifico-tecnologico. In particolare, i professionisti più introvabili sono risultati essere gli ingegneri meccanici, quelli dell'automazione e quelli dell'informazione. È quanto emerge da una ricerca dell'Osservatorio Fondazione Deloitte sulle competenze del futuro, nella quale si evidenzia come In Italia gli studenti universitari iscritti alle cosiddette facoltà "STEM" - quelle incentrate su scienza, tecnologia, matematica e ingegneria - rappresentino solamente il 27% del totale, con un trend sostanzialmente stabile di crescita pari al +0,3% annuo nell'ultimo decennio. Ma non è tutto: sebbene a livello nazionale uno studente STEM su due sia iscritto a ingegneria, solo uno su dieci è iscritto alle facoltà ingegneristiche che rispondono appieno alle esigenze emergenti del mercato del lavoro.

LAUREE PIÙ RICHIESTE NEI PROSSIMI ANNI
Dal report di Unioncamere e ANPAL e dalla esperienza quotidiana emerge che, in previsione, i fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine per il periodo 2019-2023 spiccano, tra i diversi ambiti, la digital transformation e l'ecosostenibilità, settori che coinvolgeranno circa il 30% dei lavoratori nei prossimi cinque anni. Il rapporto stima che i lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse all'industria 4.0, ammonteranno circa a 270/300mila. Tra gli esperti che saranno più richiesti nei prossimi anni, il report segnala le seguenti figure:
•            Data Scientist,
•            Big Data Analyst,
•            Cloud Computing Expert,
•            Cyber Security Expert,
•            Business Intelligence Analyst,
•            Social Media Marketing Manager,
•            Artificial Intelligence Systems Engineer.
        
Ma la ricerca di competenze digitali non è limitata alle figure specifiche: come segnala la Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2019-2023 a oltre 9 profili su 10 è associata la richiesta di competenze digitali, competenze che - come sottolineano le indagini Excelsior - le imprese fanno già oggi molta fatica a trovare. 
Per quanto riguarda invece l'area dell'ecosostenibilità, nel prossimo quinquennio le imprese italiane ricercheranno tra i 518 e i 576 mila lavoratori con competenze green. Ecco alcuni dei green jobs che saranno maggiormente richiesti dalle imprese:
•            esperto in gestione dell’energia,
•            il chimico verde,
•            l’esperto di acquisti verdi,
•            l’esperto del marketing ambientale,
•            l’installatore di impianti a basso impatto ambientale.
Secondo il rapporto Previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia di Unioncamere-Anpal, Sistema Informativo Excelsior, ci sono altre cinque filiere che faranno da traino alla futura domanda di lavoro:
•            Salute e benessere;
•            Education e cultura;
•            Meccatronica e robotica;
•            Mobilità e logistica;
•            Energia.
Per quanto riguarda salute e benessere, le unità richieste nei prossimi anni sono tra le 362 e le 381 mila. In particolare medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio medico saranno chiamati a sostituire i lavoratori che andranno in pensione nei prossimi anni e a rispondere alla domanda di carattere sanitario-assistenziale dovuta all'invecchiamento della popolazione.
Il fabbisogno della filiera education e cultura - che comprende docenti, progettisti di corsi di formazione, traduttori, organizzatori di eventi culturali ed esperti in comunicazione e marketing - ammonterà a 140/161mila unità.
Dai 69 agli 83mila saranno invece i lavoratori richiesti dalla filiera meccatronica e robotica, che comprende:
•            Tecnici per l'automazione e i sistemi meccatronici;
•            Tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali;
•            Progettisti di impianti industriali;
•            Addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico.
La filiera mobilità e logistica, che si deve adeguare alle profonde trasformazioni nei modelli di acquisto e consumo, sarà alla ricerca di un numero di lavoratori compreso tra 85 e 98 mila. Mentre, la filiera energia richiederà tra le 40 e le 43 mila unità.  Fonte: ufficio-stampa

LAUREE SCIENTIFICHE PIÙ EFFICACI
Qual è la condizione occupazionale dei laureati nelle materie scientifiche anche dette STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) lo rivela il rapporto 2018 sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea. I laureati provenienti da corsi di studio STEM hanno buone performance alla prova del mercato del lavoro: sia a livello occupazionale che retributivo.

LAVORO E STEM: QUALI SBOCCHI OCCUPAZIONALI
Per il rapporto AlmaLaurea ha sentito oltre 30.600 laureati STEM di secondo livello a 5 anni dal conseguimento del titolo nel 2012. Il tasso di occupazione dei laureati STEM è pari all'89,3% (+4,1 punti percentuale rispetto ai non STEM), valore che aumenta fino al 92,5% se consideriamo solo il genere maschile e scende all'85% se consideriamo invece le donne laureate in discipline STEM. Quali sono le lauree scientifiche più efficaci? Secondo il rapporto AlmaLaurea maggiori performance occupazionali si osservano tra i laureati STEM dei seguenti gruppi:
•            economico-statistico (94,8%);
•            ingegneria (94,6%).
A livello contrattuale invece, i contratti di lavoro a tempo indeterminato caratterizzano il 55,6% degli occupati STEM (46,4% per i non STEM), con significative differenze di genere (tra gli STEM, 62,5 contro 45,1%, rispettivamente per uomini e donne). Il lavoro non standard (in prevalenza contratti a tempo determinato) caratterizza il 15,9% degli occupati in lauree STEM (contro il 19,5% dei laureati non STEM) ed è diffuso prevalentemente tra le donne STEM (21,1 rispetto a 12,5% degli uomini).

LAUREE STEM: CONDIZIONE OCCUPAZIONALE
Per quanto riguarda l'aspetto retributivo, i laureati in discipline tecnico-scientifiche STEM dichiarano, in media, di percepire una retribuzione mensile netta pari a 1.571 euro (il 16,4% in più rispetto ai laureati non STEM, che in media guadagnano 1.350 euro). Tra gli STEM il divario uomini-donne permane elevato (+23,6%, a favore dei primi): 1.699 euro percepiti dagli uomini contro 1.375 euro delle donne. Il differenziale si conferma elevato in tutti i gruppi disciplinari, in particolare nei gruppi architettura dove supera il 20% ed economico-statistico dove sfiora il 18%.
Il gap di genere è ancora alto, specie per quanto riguarda le lauree del gruppo STEM. Nonostante questo la maggior parte dei laureati sentiti a cinque anni dal conseguimento del titolo è soddisfatta dell'esperienza universitaria e confermerebbe la scelta compiuta tanto in termini di corso che di ateneo. Il 71,9% dei laureati STEM ripeterebbero la scelta, contro il 68,1% dei laureati non STEM.

 I CRITERI di valutazione nelle assunzioni
 Il primo dato emerso dallo studio si colloca nell'ambito dell'orientamento universitario:
- le lauree più richieste siano quelle di secondo livello, possibilmente di ambito economico-statistico e ingegneristico. Ma non è sufficiente: nel bagaglio di saperi dei neo-laureati sono richiesti anche la conoscenza delle lingue, una certa padronanza degli strumenti informatici di base e un buon punteggio negli esami e nel voto di laurea.

Conclusioni
Il nostro ruolo, in quanto attivisti nella società civile, è quello di indirizzare ed aiutare le nuove generazioni verso il futuro, creando politicamente ed economicamente (crediamo fermamente nel diritto allo studio garantito a tutti) tutte le condizioni utili affinché le nuove esigenze lavorative siano adeguatamente supportate dal grado formazione delle nuove generazioni. Per una società migliore in un Italia migliore.


Un abbraccio innovativo,
La Redazione

martedì 21 luglio 2020

Ecobonus e Sismabonus al 110%


Finalmente il cosiddetto “Decreto Rilancio” è legge!
Convertito con L. 17.7.2020, n.77, è stato pubblicato sulla GU n.180 del 18.7.2020, SO n. 25/L. Dovranno seguire ancora numerosi decreti attuativi (addirittura se ne stimano circa 150). Tante sono le misure in materia di agevolazioni fiscali. La norma più attesa è senz’altro il “superbonus 110%”, con l’ importante possibilità di optare per la cessione del credito o per lo sconto in fattura in luogo delle detrazioni fiscali.

Entriamo nel dettaglio della norma con la nostra Esperta in Gestione dell'Energia certificata UNI CEI 11339, la dottoressa Rita Sticozzi.
    
Ecobonus e Sismabonus al 110% (articolo 119).

E’ la misura senz’altro più rilevante all’interno del pacchetto delle agevolazioni fiscali nel DL Rilancio. In sede di conversione è stata apportata qualche modifica, in particolare:
- sono stati modificati i tetti di spesa, ora modulati in base al numero di unità immobiliari che compongono l’edificio;
- l’agevolazione è estesa anche alle unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
- sono esclusi gli interventi sulle unità immobiliari appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9.
Confermato il “funzionamento” del superbonus.
La detrazione:
- è innalzata fino al 110% (rispetto alle precedenti aliquote, che andavano dal 50% al 65%, con possibilità di innalzamento fino all’85% per alcuni interventi antisismici sul condominio);
- è recuperabile in 5 anni: il contribuente ripartisce la detrazione in cinque quote annuali di pari importo, anziché nei consueti dieci anni;
- può essere ceduta ad altri soggetti o trasformata in uno sconto sul corrispettivo, realizzando, in definitiva, la possibilità di eseguire l’intervento senza esborso finanziario.
Non è stato allungato, come si sperava, il periodo di esecuzione degli interventi agevolati: la detrazione resta prevista per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, con la sola eccezione degli interventi eseguiti dagli IACP, in tal caso agevolabili se eseguiti entro il 30 giugno 2022.
Confermata anche l’estensione ad altri interventi, se eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi “trainanti”.

Il Circolo PD di Monte San Vito mette a disposizione un tecnico certificato ed esperto di risparmio energetico per una consulenza gratuita SABATO 25 LUGLIO dalle ore 10:30 alle ore 12:30 presso la sede di Via Beniamino Gigli n.2 a Monte San Vito.

Ing. Rita Sticozzi

Recovery Fund, una nuova Europa Solidale


Arriva all'alba, e forse non è un caso. Un'alba simbolo di rinascita e di nuove speranze, in questo caso di rinnovate consapevolezze di "solidarietà tra popoli". 

Come afferma anche il nostro Segretario, Nicola Zingaretti, "L'Europa c'è ed è più forte e vicina alle persone. Un'Europa popolare. Grande battaglia del Governo Conte e bella vittoria per l'Italia. Ora servono visione, concretezza e velocità. Investimenti su green economy, digitale, infrastrutture, conoscenza, inclusione per rilanciare le imprese ed essere vicini alle famiglie"  

In sintesi, finalmente, il RecoveryFund.

Di seguito una sintesi di un accordo storico, il Recovery Fund:

1 - 750 miliardi di debito comune UE;
2 - 390 miliardi di sussidi a fondo perduto (312,5 per gli Stati membri e 77,5 per Bilancio UE);
3 - 360 miliardi di prestiti.

Un pacchetto inimmaginabile fino a 4 mesi fa, il Recovery Fund avrà condizionalità e governance rafforzate.

1 - Rispetto delle raccomandazioni "semestre europeo";
2 - "Super freno di emergenza" che permette anche a un solo paese di porre un veto e, di fatto, provare a bloccare le tranche di aiuti portando il caso al Consiglio Europeo che, entro pochi giorni, e con maggioranza qualificata, sarà chiamata a decidere per consenso.

Siamo comunque di fronte ad un accordo storico. Mai l'UE aveva deciso d'indebitarsi, collettivamente, senza stanziare trasferimenti fiscali tra paese. La Germania fino ad aprile e i cosiddetti paesi frugali fino alla scorsa settimana, e aggiungerei fino alla sera scorsa, erano inamovibili sull'idea di un "debito comune".

I 750 miliardi del Recovery Fund si aggiungono a:

1 - 240 miliardi del MES (37 per l'Italia, da investire in Sanità);
2 - 100 miliardi Sure (linee di credito Europee per finanziare le Casse Integrazioni);
3 - 200 miliardi Bei (Fondo Europeo di aiuto alle imprese, con particolare attenzione alle PMI, Piccole e Medie Imprese);
4 - 1.350 miliardi di PEPP della Bce (Pandemic Eemrgency Purchase Programme, uno strumento temporaneo di acquisto titoli per fronteggiare la crisi economica dovuta alla pandemia).

Cosa porta l'accordo per il nostro Paese:

1 - I Sussidi scendono da 81,8 Mld (proposta Commissione) a 81,4 Mld;
2 - I Prestiti salgono da 90,9 Mld (proposta Commissione) a 127,4 Mld.

Sulla base dell'accordo l'Italia ottiene un altro importante risultato; le misure di rilancio dell'economia adottate dopo il 10 febbraio 2020 potranno essere rimborsate (se rientrano nei criteri) anche se il Recovery Fund entrerà in funzione solo nel 2021. Una sorta di meccanismo di retroattività.

Senza dubbio l'Italia è uno dei Paesi che, conti alla mano, ci rimette meno e anzi, con il Recovery Fund, il nostro paese passerà da contrubutore a beneficiario netto dell'UE. Infine, a pagare il conto più oneroso dell'accordo saranno Germania, Francia, Paesi Bassi ed altri frugali, una prova di solidarietà senza precedenti.
Ora sta all'Italia dare prova di grande Responsabilità investendo in tutte quelle misure che possono, finalmente, segnare una svolta storica per il Nostro Paese, ed in questo il PD ha l'onere oltre che il dovere di essere una guida solida e concreta. Lo dobbiamo al futuro dell'Italia e lo dobbiamo alla grande storia di solidarietà che ci contraddistingue.

Un abbraccio solidale,
La Redazione