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“Il percorso europeo è sempre stato a strappi e,
spesso, le accelerazioni sono avvenute a causa di imprevisti o di crisi interne
o esterne, come nel caso della Brexit. Così come nel caso dell’accelerazione
della moneta unica, della quale si è inizia a parlare e ragionare sin dal 1969,
ma che poi avviene solo nel 1989 sospinta da rinnovata idea europeista
derivante della caduta del muro di Berlino.
Così come nel 1969 l’esigenza di una moneta europea era nata
dalla evidenza della crisi del dollaro a causa delle guerre in Corea e in
Vietnam. Infatti, all’epoca, non dimentichiamo che tutte le monete erano
ancorate al dollaro ed il dollaro era ancorato all’oro. Quindi tutti i paesi
erano consapevoli che comprando dollari, potevano ricevere oro dagli Stati
Uniti. Ma questo non era sostenibile con gli Stati Uniti che continuavano a
stampare moneta per finanziare le guerre in Corea e in Vietnam. Tuttavia
l’Europa a 6 dell’epoca non era stata in grado di andare oltre il cosiddetto
Serpente Monetario Europeo. A Seguire negli anni ottanta l’ECU. Ma solo la
forte volontà della Germania al momento della sua riunificazione ha fatto sì che si giungesse
al Trattato di Maastricht ed alla moneta unica e quindi all’euro.
Attualmente l’assoluta inaffidabilità di Trump e l’uscita
del Regno Unito stanno portando alla difesa europea. Al momento si tratta solo
di ricerca e sviluppo e acquisti comuni.
Così come le diverse crisi che si stanno susseguendo
(l’attacco alle torri gemelle del 2001, la crisi economica del 2008, la crisi
migratoria del 2015 ed infine il COVID-19) stanno costringendo i paesi membri,
sempre più, a pensare ed agire in un’ottica comune in quanto le sfide davanti a
loro sono troppo importanti per poterle affrontare da soli. Compresa la
Germania che ne è ancora più consapevole.
Credo che quello del Recovery Found sia un ulteriore passo avanti verso un
maggiore coordinamento, da una parte, e una maggiore cessione di sovranità,
dall’altra, da parte dei paesi membri.
Se tutto questo possa significare che presto ci saranno gli
Stati Uniti d’Europa o un maggiore sistema Intergovernativo, credo che nessuno
lo sappia perché i cittadini europei non sono ancora pronti a prendere
decisioni di questa portata.
Un fatto è certo, nonostante la scarsa fiducia che emerge di
giorno in giorno tra i paesi, e specie in alcuni paesi, gli stati membri
trovano sempre una soluzione per stare insieme e superare le crisi che si
trovano davanti.
Quello che possiamo dire è che il percorso europeo non è
altro che superare le crisi insieme per evitare che il rischio di una guerra
(commerciale, diplomatica o militare) sia sempre superato. Garantendo, allo
stesso tempo, uno standard di vita sempre più elevato ai cittadini europei.
Questo approccio e questi due obiettivi permettono di coniugare passato,
presente e futuro e di coniugare gli interessi delle generazioni “passate”
degli adulti di oggi e dei giovani di oggi e delle future generazioni.
A conti fatti, pensando solo agli ultimi 20 anni, nei quali
nel mondo è accaduto di tutto, quello che possiamo sostenere è che il progetto
europeo, per quanto criticale, lento, incompleto e sempre in ritardo abbia
comunque garantito sempre una certa sicurezza e benessere nonostante, appunto,
il mondo sia diventato un posto complicato. Basti pensare all’ascesa economica
e politica della Cina, all’avvento dell’India, ai problemi degli Stati Uniti,
alla Brexit, al fenomeno migratorio e tanto altro. Insomma, il processo
europeo, credo che permetta ai paesi europei di avere una sorta di cuscino che
attutisce e ritarda gli effetti degli avvenimenti che avvengono nel mondo. Oggi
è fondamentale, quanto meno fino a quando il mondo non troverà un nuovo
equilibrio."
Prof. Paolo Sospiro