Parte I
Questo post è suddiviso in due parti, per agevolarne la lettura e vuole presentare tre diverse posizioni sul tema “cattolici e politica al tempo di Papa Francesco”.
Il precedente post del 30
agosto scorso si era concluso con le parole del Presidente nazionale di
Argomenti2000, Ernesto Preziosi, che è
autore del recente “Cattolici e presenza politica”, Scholè- Morcelliana,
2020. Da parlamentare per il PD nella
precedente Legislatura, Preziosi è stato a Monte San Vito, cinque anni fa, per
presentare un suo lavoro precedente: “Una sola è la città”, Editrice
Ave, 2014. In questo ultimo libro del 2020, Preziosi compie un lavoro da storico qual è, donandoci una approfondita
analisi delle motivazioni ecclesiali, sociali, istituzionali che portarono alla
fondazione del Partito Popolare, nel 1919, a partire dalla enciclica “Rerum
Novarum” di Papa Leone XIII, che tanto affascinò il sacerdote e prosindaco di
Caltagirone, Don Luigi Sturzo, fondatore proprio del PP.
Il libro di Preziosi è attuale perché dedica, soprattutto negli ultimi capitoli, una riflessione sull’eventuale partito di ispirazione cattolica e neocentrista che in tanti vorrebbero costituire. E’ di qualche settimana fa la notizia per cui “il partito dei moderati di ispirazione cristiana e popolare potrebbe diventare realtà il 4 ottobre”. L’economista e docente dell’Alma Mater Stefano Zamagni, ospite del Meeting di Comunione e Liberazione svoltosi a Rimini, ha spiegato che "non si tratterà di una nuova Dc” e che “in Italia abbiamo bisogno di dare vita a un soggetto politico di centro, moderato, autonomo sia dalla destra che dalla sinistra. E ci saranno anche ricadute a livello locale”. (https://it.notizie.yahoo.com/zamagni-il-4-ottobre-penso-via-libera-al-162936981.html).
Il prof. Zamagni è Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e grande conoscitore dell'economia civile, introdotta in Italia dal prof. Antonio Genovesi nel 1700.
Il libro di Preziosi è stato pubblicato molti mesi prima di queste dichiarazioni.
Eppure ci è utile perché ci
aiuta a capire meglio la posizione del professore dell’Università di Bologna:
Zamagni critica la diaspora dei cattolici negli attuali contenitori partitici
(come ad esempio nel PD o in Forza Italia o Italia Viva o Lega o Leu o M5S o
Fratelli d’Italia, etc), poiché in tal modo i cattolici si condannano ad essere come la minoranza che
sa di restare tale, a meno di gesti compassionevoli della maggioranza. Zamagni
esclude anche la via di un partito di cattolici come quello di Sturzo e De
Gasperi. Egli propone una terza via: puntare
sull’associazionismo politico che si aggreghi su alcuni punti qualificanti
basati sull’ economia civile di mercato (distinta sia dall’ economia di Stato
che dall’economia di Mercato). Su queste basi, Zamagni chiede al variegato
mondo cattolico di convergere su un
nuovo progetto politico che egli definisce “ trasformazionale”.
Probabilmente, a partire dal 4
ottobre sentiremo ancora parlare di questo progetto…
Giandiego Carastro