Questa giornata viene celebrata in tutto il mondo per ricordare i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne: ci sono parti del mondo dove tutt’ora la donna è la schiava dell’uomo, l’essere che serve al maschio per riprodurre la specie; in Medio Oriente vengono uccise donne magistrate e giornaliste per farle tacere, in alcuni paesi ancora le è negato il diritto di guidare o entrare nei cinema o negli stadi.
2021... la tecnologia va avanti veloce come la luce, i ricercatori hanno trovato in pochi mesi un vaccino al COVID-19 e noi? La situazione femminile italiana come procede? Non riusciamo ad avere un capo di Governo che sia donna ed in poche ricoprono postazioni di potere. Siamo ancora a rivendicare la parità di genere che non riusciamo ad ottenere, vorremmo essere retribuite tanto quanto un uomo per lo stesso lavoro svolto, lottiamo per le discriminazioni che subiamo quotidianamente, le violenze ed i femminicidi sempre attuali. Parliamo di “quote rosa” rivendicandole con tanto ardore non capendo che sono la mortificazione dell’essere femminile: donne ed uomini, in un mondo utopico, dovrebbero ricoprire determinati ruoli per le loro capacità, dovremmo essere felici che in un posto ci sia a capo una donna di qualità oppure un uomo che valga ed invece ci incaponiamo sull’ottenere dei “contentini” denominati quote rosa... come se poi, alla donna, debba per forza essere attribuito quel colore per via della sua delicatezza... siamo immersi negli stereotipi di genere (es. donna=fragile).
Le donne che portano avanti la vita quotidiana lavorando il doppio ed ottenendo un salario minore, chi poi decide di avere famiglia avrà sulle spalle il peso di quella decisione, bambini, compagno/a, genitori e suoceri tutti su di lei senza considerare poi il lavoro; chi invece decide coraggiosamente di non avere figli si sentirà dire che non è una donna completa e le mancherà sempre un pezzo, verrà additata come la zitella acida incompleta... ancora oggi, nel ventunesimo secolo.
Quest’anno (e forse dovremmo dire “grazie”) immersi nella situazione pandemica, non daremo il peggio di noi andando a festeggiare la giornata internazionale della donna a gruppi di femmine arrapate che si dimenticano di essere donne proprio in questa importante ricorrenza, non vedremo spogliarelli o faremo le deficienti facendoci passare come sciacquette che si devono mettere in mostra e si meritano il posto di svantaggio rispetto alla figura maschile.
Torniamo ad essere come le mimose, pianta che dal 1946 rappresenta questa ricorrenza: siamo emblemi della resilienza, sbocciamo per prime anche nei terreni più ostici, continuiamo ad essere vivaci, allegre e bellissime ma rispettiamoci di più.
Dott.ssa Giorgia Martelli
Criminologa Clinica e Sociologa