lunedì 19 ottobre 2020

Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici


Seconda parte

La visione in tre punti: antifascismo, cattolicesimo politico, benecomunismo

Il Segretario nazionale del PD Zingaretti ha da tempo lanciato il Congresso delle idee, per dare nuovo slancio ideale al partito, e riposizionarlo in un tempo nuovo, diverso – come ricordavo prima.

Poi è arrivata la pandemia ed il congresso è stato rinviato senza una data certa. Ma prima o poi sarà svolto, e, da cattolico democratico, mi piacerebbe presentare la seguente nuova visione per il bene comune di tutto il PD. Da quando nella società civile era ancora presente lo spirito dell’Ulivo, il movimento popolare di trasformazione sociale che ha animato moltissime realtà a fine anni 90 del secolo scorso, raggiugendo importanti traguardi in tema di adesione all’Unione Europea e di riduzione delle diseguaglianze. Lo spirito dell’Ulivo è esaurito: occorre costruire insieme una nuova visione. Da dove partire?

Vorrei ricordare che un anno fa, a novembre 2019, l’Assemblea nazionale del PD ha modificato lo Statuto del partito: "Il PD è un partito antifascista che ispira la sua azione al pieno sviluppo dell'Art.3 della Costituzione". La modifica collega la qualifica di "partito antifascista" con l'Art.3 della Costituzione italiana che recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".

La pandemia non ci ha permesso di approfondire questa importante modifica, ma adesso possiamo dire che il PD può creare delle alleanze con i ricercatori che stanno analizzando sotto basi rinnovate il tema della riduzione delle disuguaglianze: penso a Suor Smerilli, a Fabrizio Barca, a Luigino Bruni, a Enrico Giovannini, ed anche gli stessi Zamagni, Becchetti, Rosina che ho citato nei post precedenti.

A mio avviso, il PD del futuro, oltre proporsi come partito antifascista, è destinato ad essere un partito benecomunista e socialcattolico.

Il PD sarà un partito benecomunista, perché tenderà verso la trasformazione profonda del modello economico volto ad implementare resilienza, sostenibilità, prossimità. La Laudato Sì di Papa Francesco e le azioni di G. Thumberg con i ragazzi di Friday for Future hanno tanto da suggerire al partito. Come anche le riflessioni dei cittadini attivi che da anni guardano ai beni comuni come risorsa di rinnovamento (penso a Labsus, o alla Rete dei beni comuni emergenti, etc).

Come diventare partito “benecomunista”?

La prospettiva per me più fertile per il PD sarà quella di proporsi come partito moroteo ad impianto berlingueriano. Cosa voglio dire? Voglio dire che il PD si proporrà come partito con il radicamento nella cura per la qualità costituzionale delle istituzioni ed attivamente proteso verso la difesa dei diritti e dei doveri dei cittadini, soprattutto i più piccoli e poveri.  Provando a dare visibilità alle soggettività benecomuniste presenti nel Paese, che costituiscono il terzo pilastro del vivere civile, insieme alle istituzioni (Comuni, Aree vaste, Regioni, Stato, Unione Europea, Onu…) ed al mercato.

Il PD sarà berlingueriano… mi spiego meglio: il riferimento è al compromesso storico elaborato da Enrico Berliguer, negli anni 70 e che si basava sull’orizzonte di una fusione tra cattolici e comunisti per la trasformazione socio-economica del Paese nell’ottica della riduzione delle diseguaglianze.  Il progetto venne interrotto dal barbaro omicidio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, nel 1978. Tuttavia, questo precedente storico mi porta a proporre di definire il PD “ad impostazione berlingueriana”, dal momento che - come da Statuto nazionale - la  base del PD è e continuerà ad essere plurale, nell’orizzonte unitivo elaborato da E. Berlinguer: cattolici, atei, agnostici, ebrei, islamici, femministe, LGBTQ sono la componente attiva del PD, ciascuno con la ricchezza delle proprie culture politiche di riferimento, come voleva l’allora Segretario del PCI.

Inoltre il PD sarà a trazione morotea…che vuol dire? La impostazione sarà berlingueriana, ma la trazione sarà morotea perché come metodo e direzione il PD si reggerà sul cattolicesimo politico democratico e sociale  che ha ospitato tra le sue file lo statista di Maglie. Come A. Moro ha guidato il processo di inserimento pieno nella dinamica democratica del PSI (anni Sessanta del Novecento) e del PCI (Anni 70 del Novecentro), così adesso la mission dei prossimi decenni sarà guidare il cambiamento ecologista rappresentato da un parte consistente del M5S nella accettazione della dinamica parlamentare e rappresentativa. Certo, il M5S dovrà stemperare l’ardore eccessivo verso la democrazia diretta on-line, ma i processi politici necessitano tempo ed Argomenti 2000 Senigallia può offrire una base di partenza: la legge sulla partecipazione n. 31 del 2020 che ha avuto come primo firmatario Antonio Mastrovincenzo e come relatore Claudio Minardi. E’ una legge trasformativa, basata sulla democrazia deliberativa e partecipativa e che non contrasta la democrazia rappresentativa, ma la arricchisce…C’è già, basta implementarla e praticarla…

Inoltre, il PD sarà a trazione morotea perché il riferimento al ruolo del cattolicesimo politico dentro il PD non riguarda solo l’ingegno di Aldo Moro, ma è rivolto al cattolicesimo universale e sociale: come abbiamo visto nei post precedenti, la Chiesa cattolica (ad esempio con la enciclica Laudato Si ed adesso con la enciclica Tutti Fratellista irrorando di nuova linfa le riflessioni di persone, popoli, istituzioni planetarie: sui seguenti temi: verso nuovo modello di sviluppo che superi la economia che uccide; una ecologia integrata con la giustizia sociale; politiche attive per lavori degni, creativi, partecipati; la strategia del voto con il portafoglio... Il PD potrà utilmente assorbire nel suo tessuto connettivo queste idealità molto concrete…...Continua....

Giandiego Carastro


giovedì 15 ottobre 2020

Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici

Prima parte

Questo è l’ultimo post che dedico al tema “cattolici e politica al tempo di Papa Francesco”. Nei post precedenti abbiano esaminato le novità sociali del Magistero di Papa Francesco alla luce del Concilio Vaticano II (1962-1965), abbiamo accennato alla storia del movimento cattolico rimandando alle opere dello storico Ernesto Preziosi, abbiamo infine approfondito tre distinte posizioni: Stefano Zamagni, Leonardo Becchetti, Alessandro Rosina. Abbiamo concluso il precedente post, citando una riflessione del prof. Riccardo Saccenti che ha dato conto della complessità del mondo cattolico, tra la seconda metà del Novecento ed inizio del nuovo Millennio.

Adesso è mio compito sostenere le ragioni per rimanere o entrare nel Partito Democratico, da cattolici democratici e sociali.

Inizio con alcuni episodi di vita reale, verificatisi durante la campagna per le recenti elezioni regionali. Alcuni amici che hanno votato per Italia Viva mi hanno criticato perché rimango nel PD: per loro è un partito "troppo di sinistra". Amici che hanno votato per Dipende Da Noi (movimento marchigiano vicino al prof. Roberto Mancini) mi hanno mosso una critica speculare: il PD è un partito "troppo che si dice di sinistra, ma in fondo in fondo assai simile alla destra". Dal 4 ottobre, immagino che altri amici mi diranno di andare nel nuovo partito cattolico di centro denominato Insieme, opposto alla destra e alternativo alla sinistra, da poco costituito.

Non sapendo a chi dare retta, e visto che” virtus in medio stat”, rimango nel PD.

Provo a ragionare insieme a Voi, offrendo motivazioni, visioni, condizioni per una presenza fruttuosa del cattolicesimo democratico dentro il PD.

Premessa

Il PD ha una sua identità ed una sua missione. Queste vanno “ritarate” a partire da alcuni fenomeni esterni ed interni. Tra i fenomeni esterni, basti citare la crisi profonda causata dalla pandemia (“Nulla sarà come prima”) oppure la globalizzazione che ha creato agio per le classi medie in alcuni Paesi (vedi Cina) e disagio in altri Paesi (v. Italia). Tra i fatti interni, cito semplicemente la necessità di trovare dei nuovi miti fondatori: infatti, andando a ritroso, si sono esauriti i miti “ delle primarie” (v. gli anni del confronto tra Renzi e Bersani, non a caso entrambi Segretari PD ed entrambi usciti dal loro ex partito..), della buona politica (il riferimento è alle lezioni del primo Segretario nazionale W. Veltroni) e dell’Ulivo (cioè di quel fermento sociale che ha  non solo spinto ma addirittura “spintonato” i dirigenti del PPI-Margherita, dei Repubblicani, degli ambientalisti, dei socialisti, del PDS-DS a dare una prospettiva politica unica ed unitaria: il PD appunto).

La mia proposta, che riprenderò successivamente, è quella di recuperare la stagione del confronto serrato tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, in quella stagione che la DC definiva della “solidarietà nazionale” ed il PCI “compromesso storico”.

Nel nostro circolo, fino a qualche tempo fa, era presente una foto della storica stretta di mano tra Berlinguer e Moro.

Quella foto andrebbe riaffissa a Monte San Vito, come in tutti i circoli PD del Paese…

Le motivazioni

Ecco una prima motivazione: è’ opportuno rimanere nel PD, perché il cattolicesimo democratico può essere significativo. Con questo, rispondo indirettamente alle annotazioni dei professori Zamagni e Becchetti per i quali nel PD i cattolici non contano. Nel 2018 e 2019, Argomenti2000 di Senigallia ha avviato una riflessione sulla qualità della partecipazione democratica. Il 5 ottobre 2019, a Senigallia, insieme alla Presidente nazionale di Aip2 Chiara Pignaris ed al Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, le idee hanno preso forma. Grazie al fatto che alcuni di noi di Argomenti2000 erano anche componenti del PD, queste idee sono diventate legge regionale sulla partecipazione n. 31 del 2020. Una legge che trasforma alla radice la partecipazione marchigiana!.A Senigallia, è stato importante il ponte che siamo riusciti a costruire tra società civile riflessiva, partiti, istituzioni regionali. E’ stato importante il ruolo della coordinatrice di Argomenti2000 Senigallia, Ilaria Ramazzotti, membro dell'Assemblea regionale del PD Marche.

Quindi, da cattolici democratici si può incidere nel PD: è una motivazione in termini di efficacia dei processi.

Ecco una seconda motivazione, forse poco nota: alcuni membri di Argomenti2000 che sono anche iscritti al PD hanno costituito, due anni fa, la componente Progetto Italia Progetto Europa, che ha siglato un patto con l’allora candidato alla Segreteria nazionale Nicola Zingaretti, che il 18 dicembre 2018 ha ringraziato Argomenti2000 per il contributo.

Adesso, Progetto Italia Progetto Europa è una componente del PD, come le tante altre che esistono…Si tratta di una motivazione squisitamente politica per rimanere nel PD, ma assai importante!  ....a breve la seconda parte...

Giandiego Carastro

sabato 3 ottobre 2020

Un nuovo partito di ispirazione cattolica? Ma non è meglio stare nel PD?

PARTE II

Nella pagine finali del suo libro “Cattolici e presenza politica”, Ernesto Preziosi discute anche le posizioni dell’economista Leonardo Becchetti e del demografo Alessandro Rosina.

Becchetti è famoso in Italia per aver lanciato lo slogan del “voto con il portafoglio”: i cittadini possono orientare i mercati acquistando prodotti dotati di certificazione equa e solidale e ambientale. Il docente di Tor Vergata (Roma) propone di costruire una piattaforma/manifesto di una idea di società che sia riferibile al mondo cattolico (anche nel pluralismo di alcune differenze); tale piattaforma andrà ispirata ai valori cristiani nel loro complesso in modo tale da superare la dicotomia del bipolarismo tra valori etici (per così dire “di destra”) e questione sociale (“di sinistra”). Come Stefano Zamagni, anche Becchetti è contrario a che i cattolici siano minoranza insignificante nei partiti esistenti. E’, però, anche contrario a creare un partitino confessionale.

La terza posizione esaminata da E. Preziosi è quella di un demografo: Alessandro Rosina. Egli si distingue sia da Zamagni che da Becchetti.  Per Rosina serve un nuovo modo di intendere l’impegno politico, puntando su un protagonismo dei cattolici che sia diffuso a partire dalle realtà sociali più dinamiche e positive nel territorio del Paese. Non si tratta di partire da cosa il mondo cattolico può offrire, ma da cosa manca al Paese e cosa i cattolici possono dare ad un progetto che risponda a tale mancanza. A giudizio di Preziosi, Rosina chiede di rafforzare una domanda di Paese che possa essere condivisa anche da esponenti di altre culture politiche e sia come la base di una nuova domanda di politica, intorno alla quale i partiti potrebbero spendersi per la costruzione di un’offerta coerente con tale nuova domanda di buona politica.

Abbiamo viste tre posizioni distinte, frutto del mondo cattolico che è un mondo plurale, non monolitico. Sul tema del pluralismo dei cattolici, riporto alcune parole del prof. Riccardo Saccenti, pubblicate proprio sul sito di Argomenti2000 di cui è Presidente nazionale Ernesto Preziosi: “(…) Alla radice della lunga esperienza democratico cristiana vi è però una cruciale ragione storica, il cui valore non è riducibile al semplice fare “l’interesse dei cattolici”, ma risiede piuttosto nell’aver dato forza alla democrazia repubblicana obbligando i cattolici ad un lungo e complesso itinerario che li ha portati non solo ad accettare la democrazia ma soprattutto a maturare essenziali espressioni di coscienza democratica. È questo uno snodo storico essenziale per il paese e certo anche per la Chiesa italiana, che tuttavia sarebbe sbagliato trasformare nell’unico possibile paradigma di riferimento, senza considerare che, fin dall’inizio, la Democrazia Cristiana ha svolto la propria funzione politica rimanendo, finché le condizioni lo hanno permesso e reso necessario, spazio di espressione di un pluralismo culturale che oggi permane e richiede di trovare ricadute politiche vitali e durature che siano fedeli a questo stesso pluralismo.” (http://www.argomenti2000.it/content/se-è-solo-un-problema-di-percentuali).

Nel post successivo e penso conclusivo, vorrei provare a indicare i motivi e le condizioni per una fruttuosa presenza dei cattolici democratici e sociali dentro un partito plurale quale il Partito Democratico.

Giandiego Carastro


mercoledì 30 settembre 2020

Un nuovo partito di ispirazione cattolica? Ma non è meglio stare nel PD?

Parte I

Questo post è suddiviso in due parti, per agevolarne la lettura e vuole presentare tre diverse posizioni sul tema “cattolici e politica al tempo di Papa Francesco”.

Il precedente post del 30 agosto scorso si era concluso con le parole del Presidente nazionale di Argomenti2000, Ernesto Preziosi, che è autore del recente “Cattolici e presenza politica”, Scholè- Morcelliana, 2020. Da parlamentare per il PD nella precedente Legislatura, Preziosi è stato a Monte San Vito, cinque anni fa, per presentare un suo lavoro precedente: “Una sola è la città”, Editrice Ave, 2014. In questo ultimo libro del 2020, Preziosi compie un lavoro da storico qual è, donandoci una approfondita analisi delle motivazioni ecclesiali, sociali, istituzionali che portarono alla fondazione del Partito Popolare, nel 1919, a partire dalla enciclica “Rerum Novarum” di Papa Leone XIII, che tanto affascinò il sacerdote e prosindaco di Caltagirone, Don Luigi Sturzo, fondatore proprio del PP.

Il libro di Preziosi è attuale perché dedica, soprattutto negli ultimi capitoli, una riflessione sull’eventuale partito di ispirazione cattolica e neocentrista che in tanti vorrebbero costituire. E’ di qualche settimana fa la notizia per cui “il partito dei moderati di ispirazione cristiana e popolare potrebbe diventare realtà il 4 ottobre”.  L’economista e docente dell’Alma Mater Stefano Zamagni, ospite del Meeting di Comunione e Liberazione svoltosi a Rimini, ha spiegato che "non si tratterà di una nuova Dc” e che “in Italia abbiamo bisogno di dare vita a un soggetto politico di centro, moderato, autonomo sia dalla destra che dalla sinistra. E ci saranno anche ricadute a livello locale”. (https://it.notizie.yahoo.com/zamagni-il-4-ottobre-penso-via-libera-al-162936981.html). 

Il prof. Zamagni è Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e grande conoscitore dell'economia civile, introdotta in Italia dal prof. Antonio Genovesi nel 1700.

Il libro di Preziosi è stato pubblicato molti mesi prima di queste dichiarazioni.

Eppure ci è utile perché ci aiuta a capire meglio la posizione del professore dell’Università di Bologna: Zamagni critica la diaspora dei cattolici negli attuali contenitori partitici (come ad esempio nel PD o in Forza Italia o Italia Viva o Lega o Leu o M5S o Fratelli d’Italia, etc), poiché in tal modo i cattolici si condannano ad essere come la minoranza che sa di restare tale, a meno di gesti compassionevoli della maggioranza. Zamagni esclude anche la via di un partito di cattolici come quello di Sturzo e De Gasperi.  Egli propone una terza via: puntare sull’associazionismo politico che si aggreghi su alcuni punti qualificanti basati sull’ economia civile di mercato (distinta sia dall’ economia di Stato che dall’economia di Mercato). Su queste basi, Zamagni chiede al variegato mondo cattolico di convergere su un nuovo progetto politico che egli definisce “ trasformazionale”.

Probabilmente, a partire dal 4 ottobre sentiremo ancora parlare di questo progetto…


Giandiego Carastro


giovedì 24 settembre 2020

Elezioni Regionali Marche: PD primo partito a Monte San Vito

Abbiamo aspettato che i risultati si consolidassero prima di esprimere la nostra soddisfazione per il risultato (locale e provinciale) che ha visto il PD e la coalizione di Maurizio Mangialardi, a cui va il nostro ringraziamento per l’impegno e il progetto elaborato, raggiungere la maggioranza sulle forze della destra.

Il lavoro fatto dai militanti e simpatizzanti ci soddisfa e indica come l’AZIONE POLITICA MESSA IN ATTO DAL GRUPPO DIRIGENTE SIA RISULTATA VINCENTE E CONTRIBUISCA ALL’AFFERMAZIONE, anche, DEL PARTITO DEMOCRATICO CHE RISULTA IL PRIMO PARTITO A LIVELLO NAZIONALE!!

ANCHE A MONTE SAN VITO IL PD È RISULTATO IL PRIMO PARTITO!!!

E anche il PD PROVINCIALE, guidato dal segretario Sabrina Sartini, vede un risultato importante e, con il 28,68%, si conferma primo partito.

Questa percentuale del PD provinciale ha permesso al Partito Democratico di poter eleggere il secondo consigliere regionale, consentendo l’accesso in consiglio regionale a Manuela Bora (alla quale vanno i nostri migliori auguri di buon lavoro), altrimenti non eletta.

Questi risultati ci impegnano ancora di più a PROSEGUIRE NELL’ATTIVITÀ POLITICA E NELLA COSTRUZIONE DI UN PARTITO APERTO A TUTTI I CITTADINI, non necessariamente tesserati, che hanno a cuore la comunità e condividono le idee.

Il tempo dei capi bastone lo abbiamo archiviato nel 2019 e non tornerà! E questo ha permesso l’avvicinamento di figure nuove (giovani e meno giovani) che credono nella politica e non nel populismo che scomparirà in quanto incapace di dare una visione e guida per il futuro.

Come accade nelle Democrazie prendiamo atto del cambio a livello regionale e auguriamo, per l’interesse dei cittadini, che questa nuova amministrazione, beneficiando dei fondi Europei per i quali ha votato contro sia in Europa che nel parlamento italiano (Acquaroli è uno di quelli), sia capace di utilizzarli bene per risolvere i problemi storici della Regione per i quali sono sempre mancati i soldi.

Nelle Marche dovrebbero arrivare circa 8 miliardi dal Recovery Fund e circa 1 miliardo del MES per la sanità....quindi

BUON LAVORO A TUTTI E ANCORA...GRAZIE!!!!!!!!!!!

https://dati.elezioni.marche.it/votiListe.html


La Redazione