Portale di informazione politico sociale del Partito Democratico di Monte San Vito
mercoledì 28 ottobre 2020
Meglio il consenso, o la verità?
mercoledì 21 ottobre 2020
Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici
Terza parte
Come
scrivevo prima, diversi amici mi invitano a militare in Italia Viva o in
Dipende da Noi o in DEMOS o nel nuovo Centro Insieme, poiché mi segnalano
diversi limiti del nostro partito.
E’ vero, non
dobbiamo nasconderci dietro facili retoriche…ci sono diverse cose da poter
migliorare.
Personalmente, indico queste aree di miglioramento con il termine “condizioni” e ne elenco alcune:
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che il PD diventi un luogo dove la formazione della classe dirigente pesi…eccome
Gli studenti
universitari hanno il loro libretto. La mia proposta è che anche i militanti ed
i loro dirigenti abbiano un loro libretto, nel quale inserire le ore di
attività formativa a cui si è preso parte, da discenti, come da docenti. I
militanti dovrebbero garantire l’impegno a frequentare almeno 50 ore annuali. I
dirigenti invece almeno 100 ore. Per questi ultimi, sarà necessario prevedere
una formazione speciale, a seconda che vogliano offrire le proprie energie per
candidarsi alle elezioni, oppure dentro gli organismi di partiti, oppure nelle
società partecipate dallo Stato, dalle Regioni, dagli enti pubblici.
Non vi
spaventate…nel conteggio delle ore, andranno considerate le ore di Assemblea di
circolo o i Seminari previsti dalle componenti culturali che compongono il PD
oppure le ore di volantinaggio oppure il tempo dedicato a scovare, studiare,
condividere con il partito un determinato saggio di cultura, oppure le ore
certificate ad esempio dalle Università sui temi di interesse di un partito
come il PD.
Il riferimento è all’articolo 35 dello Statuto nazionale del PD, che incentiva la formazione continua, attraverso la Fondazione Costituente.
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che il PD dimostri più chiaramente di avere a cuore la
qualità della democrazia interna
Il PD deve adottare al proprio interno i principi espressi dalle leggi regionali sulla partecipazione. Qui citiamo la legge n. 31 del 2020 delle Marche poiché, come sopra riportato, Argomenti2000 ha potuto contribuire alla sua stesura. Inclusione di più punti di vista, trasparenza, fiducia nel dialogo, accountabiliy...sono solo alcuni principi per riformare alla radice la vita dei circoli del PD.
Un secondo
elemento sarà quello di valorizzare le componenti! Sul punto vorrei essere
chiaro.
Le correnti
possono esser di due tipi: d’aria fredda e fanno ammalare; di energia e danno
la carica. Ecco una condizione per abitare da cattolici democratico il PD è che
esso inizi ad essere animato da componenti che siano correnti di energia, di
collegamento tra vita concreta e idee politiche, che facciano circolare nuova
linfa. Nel concreto, ipotizzando che ogni circolo convochi 4-5 Assemblee e 8-10
Direttivi per anno solare, ogni riunione dell’Assemblea e del Direttivo
dovrebbero essere preceduta da una riflessione delle componenti presenti, in
modo da arrivare adeguatamente preparati. Ciò comporta che i Segretari di
circolo e le rispettive segreterie programmino per tempo temi e date degli
incontri.
La base di questa riflessione è data dalla necessità di dare attuazione all’articolo 1, comma 8 dello Statuto del PD, sul rispetto del pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche come essenziale alla vita di partito.
Potremo stare tutti meglio nel PD:
A condizione che nel PD siano valutate le competenze dei propri iscritti/intellettuali, non solo dei propri amministratori
Nel PD ci si
deve confrontare tra culture politiche, prima ancora che sui nomi da inserire
nelle liste elettorali. Altrimenti le persone non si avvicineranno più ai circoli
e non ci voteranno perché non ci sarà il sale che anima una sana dialettica
politica.
Il PD non
può essere solo il partito che elogia i sindaci che ben amministrano. Deve
ritornare ad essere il partito di studiosi, studenti, appassionati di politica
che pensano, si confrontano, litigano sui temi della cittadinanza, della
giustizia, della religione e della laicità. Non solo sindaci, ma anche
professori, impiegati, giuristi, architetti, operatori sociali, teologi possono
offrire un contributo di pregio…la figura che individuo è quella
dell’intellettuale militante, di cui va valorizzato il sapere, la esperienza,
lo sguardo critico…
In questo
ambito, invito il Partito a non cedere alle lusinghe del “frettolismo” rispetto
a come decidere su piani, progetti, opere dal grande impatto sociale ed
ambientale. Le sirene del decisionismo democratico, proprie di molti nostri
sindaci, non sono un campo fruttuoso. Occorre recuperare, con pazienza, un tema
caratteristico dei partiti di centrosinistra: la valorizzazione della
partecipazione dei cittadini e dei comitati alla vita delle istituzioni:
ascoltare i cittadini PRIMA di una decisione è di sinistra e fa ridurre i
contenziosi al TAR o al Consiglio di Stato. Per questo, bisogna stare attenti a
non assecondare versioni neoliberali,
incentrate sul “fare di fretta”, richiamandosi al modello del sindaco di
destra di Genova. Il PD dovrebbe ricordare un altro modello Genova, quello
voluto dalla sindaca pro tempore Marta Vicenzi che dieci anni fa ebbe il
coraggio di istituire un “dibattito pubblico”, alla francese sul tema della
Gronda di Genova, servendosi di esperti brillanti come il compianto Luigi
Bobbio!!!
E’ molto importante aver riattivato il blog del circolo e per questo ringrazio in particolare Matteo e Donato. E’ su questa strada che occorre continuare, anche sfruttando le competenze informatiche apprese durante i mesi di pandemia, chiusi in casa ma collegati tramite Internet con i colleghi, gli amici, etc.
Conclusioni
“Il PD deve
porsi l’obiettivo di essere il primo partito dei cattolici”, scriveva qualche
anno fa il prof. Fulvio De Giorgi nel saggio Il mito del centro, cattolico?
che potete leggere nel libro a cura di Argomenti2000 Il cattolicesimo
democratico in ricerca.
E’ un
obiettivo a cui tendere insieme, nei prossimi anni.
La motivazione
è questa: nel PD, da cattolici democratici, si può essere incisivi.
La visione è da far tremare le vene ai polsi: il PD sia un partito ad impianto berlingueriano ed a
trazione morotea.
A patto che siano rispettate le condizioni
espresse: un PD che punti concretamente sulla formazione della classe
dirigente; un PD di amministratori ed anche di iscritti/intellettuali; un PD
che abbia cuore la democrazia interna.
Sarà un
cammino non facile, ma l’obiettivo è sfidante e sono convinto che possa essere condiviso da tanti iscritti e dirigenti
del PD, non solo da tante cattoliche e
cattolici democratici.
Per conto
mio, in questa direzione vorrei poter
continuare a dare il mio contributo per i prossimi anni…
Giandiego Carastro
lunedì 19 ottobre 2020
Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici
La visione in tre punti: antifascismo, cattolicesimo politico, benecomunismo
Il
Segretario nazionale del PD Zingaretti ha da tempo lanciato il Congresso delle
idee, per dare nuovo slancio ideale al partito, e riposizionarlo in un tempo
nuovo, diverso – come ricordavo prima.
Poi è
arrivata la pandemia ed il congresso è stato rinviato senza una data certa. Ma
prima o poi sarà svolto, e, da cattolico democratico, mi piacerebbe presentare
la seguente nuova visione per il bene comune di tutto il PD. Da quando nella
società civile era ancora presente lo spirito dell’Ulivo, il movimento popolare
di trasformazione sociale che ha animato moltissime realtà a fine anni 90 del
secolo scorso, raggiugendo importanti traguardi in tema di adesione all’Unione
Europea e di riduzione delle diseguaglianze. Lo spirito dell’Ulivo è esaurito: occorre costruire insieme una nuova visione. Da
dove partire?
Vorrei ricordare che un anno fa, a novembre 2019, l’Assemblea
nazionale del PD ha modificato lo Statuto del partito: "Il PD è un partito antifascista che ispira la sua azione al pieno sviluppo dell'Art.3 della Costituzione". La modifica collega la qualifica di "partito antifascista" con l'Art.3 della Costituzione italiana che recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e
sociale del Paese".
La pandemia non ci ha permesso di approfondire questa importante modifica, ma adesso possiamo dire che il PD può creare delle alleanze con i ricercatori che stanno analizzando sotto basi rinnovate il tema della riduzione delle disuguaglianze: penso a Suor Smerilli, a Fabrizio Barca, a Luigino Bruni, a Enrico Giovannini, ed anche gli stessi Zamagni, Becchetti, Rosina che ho citato nei post precedenti.
A mio avviso, il PD del futuro, oltre proporsi come partito antifascista, è destinato ad essere un partito benecomunista e socialcattolico.
Il PD sarà
un partito benecomunista, perché tenderà verso la trasformazione profonda del modello economico volto ad
implementare resilienza, sostenibilità, prossimità. La Laudato Sì di Papa
Francesco e le azioni di G. Thumberg con i ragazzi di Friday for Future hanno
tanto da suggerire al partito. Come anche le riflessioni dei cittadini attivi
che da anni guardano ai beni comuni come risorsa di rinnovamento (penso a Labsus,
o alla Rete dei beni comuni emergenti, etc).
Come
diventare partito “benecomunista”?
La
prospettiva per me più fertile per il PD sarà quella di proporsi come partito
moroteo ad impianto berlingueriano. Cosa voglio dire? Voglio dire che il PD si
proporrà come partito con il radicamento nella cura per la qualità
costituzionale delle istituzioni ed
attivamente proteso verso la difesa dei diritti e dei doveri dei cittadini,
soprattutto i più piccoli e poveri. Provando a dare visibilità alle soggettività
benecomuniste presenti nel Paese, che costituiscono il terzo pilastro del
vivere civile, insieme alle istituzioni (Comuni, Aree vaste, Regioni, Stato,
Unione Europea, Onu…) ed al mercato.
Il PD sarà
berlingueriano… mi spiego meglio: il
riferimento è al compromesso storico
elaborato da Enrico Berliguer, negli anni 70 e che si basava sull’orizzonte di
una fusione tra cattolici e comunisti per la trasformazione socio-economica del
Paese nell’ottica della riduzione delle diseguaglianze. Il progetto venne interrotto dal barbaro
omicidio di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse, nel 1978. Tuttavia, questo
precedente storico mi porta a proporre di definire il PD “ad impostazione
berlingueriana”, dal momento che - come da Statuto nazionale - la base
del PD è e continuerà ad essere plurale,
nell’orizzonte unitivo elaborato da E. Berlinguer: cattolici, atei, agnostici,
ebrei, islamici, femministe, LGBTQ sono la componente attiva del PD, ciascuno
con la ricchezza delle proprie culture politiche di riferimento, come voleva
l’allora Segretario del PCI.
Inoltre il PD sarà a trazione morotea…che vuol dire? La impostazione sarà berlingueriana, ma la trazione sarà morotea perché come metodo e direzione il PD si reggerà sul cattolicesimo politico democratico e sociale che ha ospitato tra le sue file lo statista di Maglie. Come A. Moro ha guidato il processo di inserimento pieno nella dinamica democratica del PSI (anni Sessanta del Novecento) e del PCI (Anni 70 del Novecentro), così adesso la mission dei prossimi decenni sarà guidare il cambiamento ecologista rappresentato da un parte consistente del M5S nella accettazione della dinamica parlamentare e rappresentativa. Certo, il M5S dovrà stemperare l’ardore eccessivo verso la democrazia diretta on-line, ma i processi politici necessitano tempo ed Argomenti 2000 Senigallia può offrire una base di partenza: la legge sulla partecipazione n. 31 del 2020 che ha avuto come primo firmatario Antonio Mastrovincenzo e come relatore Claudio Minardi. E’ una legge trasformativa, basata sulla democrazia deliberativa e partecipativa e che non contrasta la democrazia rappresentativa, ma la arricchisce…C’è già, basta implementarla e praticarla…
Inoltre, il PD sarà a trazione morotea perché il riferimento al ruolo del cattolicesimo politico dentro il PD non riguarda solo l’ingegno di Aldo Moro, ma è rivolto al cattolicesimo universale e sociale: come abbiamo visto nei post precedenti, la Chiesa cattolica (ad esempio con la enciclica Laudato Si ed adesso con la enciclica Tutti Fratelli) sta irrorando di nuova linfa le riflessioni di persone, popoli, istituzioni planetarie: sui seguenti temi: verso nuovo modello di sviluppo che superi la economia che uccide; una ecologia integrata con la giustizia sociale; politiche attive per lavori degni, creativi, partecipati; la strategia del voto con il portafoglio... Il PD potrà utilmente assorbire nel suo tessuto connettivo queste idealità molto concrete…...Continua....
Giandiego Carastro
giovedì 15 ottobre 2020
Stiamo meglio nel PD: Motivazioni, visioni, condizioni per stare nel Partito Democratico da cattolici
Questo è
l’ultimo post che dedico al tema “cattolici e politica al tempo di Papa
Francesco”. Nei post precedenti abbiano esaminato le novità sociali del
Magistero di Papa Francesco alla luce del Concilio Vaticano II (1962-1965),
abbiamo accennato alla storia del movimento cattolico rimandando alle opere
dello storico Ernesto Preziosi, abbiamo infine approfondito tre distinte
posizioni: Stefano Zamagni, Leonardo Becchetti, Alessandro Rosina. Abbiamo
concluso il precedente post, citando una riflessione del prof. Riccardo
Saccenti che ha dato conto della complessità del mondo cattolico, tra la
seconda metà del Novecento ed inizio del nuovo Millennio.
Adesso è mio
compito sostenere le ragioni per rimanere o entrare nel Partito Democratico, da
cattolici democratici e sociali.
Inizio con
alcuni episodi di vita reale, verificatisi durante la campagna per le recenti
elezioni regionali. Alcuni amici che hanno votato per Italia Viva mi hanno
criticato perché rimango nel PD: per loro è un partito "troppo di
sinistra". Amici che hanno votato per Dipende Da Noi (movimento marchigiano
vicino al prof. Roberto Mancini) mi hanno mosso una critica speculare: il PD è un partito "troppo che si dice di
sinistra, ma in fondo in fondo assai simile alla destra". Dal 4 ottobre,
immagino che altri amici mi diranno di
andare nel nuovo partito cattolico di centro denominato Insieme, opposto alla
destra e alternativo alla sinistra, da poco costituito.
Non sapendo
a chi dare retta, e visto che” virtus in medio stat”, rimango nel PD.
Provo a ragionare insieme a Voi, offrendo motivazioni, visioni, condizioni per una presenza fruttuosa del cattolicesimo democratico dentro il PD.
Premessa
Il PD ha una
sua identità ed una sua missione. Queste vanno “ritarate” a partire da alcuni
fenomeni esterni ed interni. Tra i fenomeni esterni, basti citare la crisi profonda
causata dalla pandemia (“Nulla sarà come prima”) oppure la globalizzazione che
ha creato agio per le classi medie in alcuni Paesi (vedi Cina) e disagio in
altri Paesi (v. Italia). Tra i fatti interni, cito semplicemente la necessità
di trovare dei nuovi miti fondatori: infatti, andando a ritroso, si sono
esauriti i miti “ delle primarie” (v. gli anni del confronto tra Renzi e
Bersani, non a caso entrambi Segretari PD ed entrambi usciti dal loro ex
partito..), della buona politica (il riferimento è alle lezioni del primo
Segretario nazionale W. Veltroni) e dell’Ulivo (cioè di quel fermento sociale
che ha non solo spinto ma addirittura
“spintonato” i dirigenti del PPI-Margherita, dei Repubblicani, degli
ambientalisti, dei socialisti, del PDS-DS a dare una prospettiva politica unica
ed unitaria: il PD appunto).
La mia
proposta, che riprenderò successivamente, è quella di recuperare la stagione
del confronto serrato tra Aldo Moro ed Enrico Berlinguer, in quella stagione
che la DC definiva della “solidarietà nazionale” ed il PCI “compromesso
storico”.
Nel nostro circolo, fino a qualche tempo fa, era presente una foto della storica stretta di mano tra Berlinguer e Moro.
Quella foto
andrebbe riaffissa a Monte San Vito, come in tutti i circoli PD del Paese…
Le motivazioni
Ecco una prima motivazione: è’ opportuno rimanere nel PD, perché il cattolicesimo democratico può essere significativo. Con questo, rispondo indirettamente alle annotazioni dei professori Zamagni e Becchetti per i quali nel PD i cattolici non contano. Nel 2018 e 2019, Argomenti2000 di Senigallia ha avviato una riflessione sulla qualità della partecipazione democratica. Il 5 ottobre 2019, a Senigallia, insieme alla Presidente nazionale di Aip2 Chiara Pignaris ed al Presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo, le idee hanno preso forma. Grazie al fatto che alcuni di noi di Argomenti2000 erano anche componenti del PD, queste idee sono diventate legge regionale sulla partecipazione n. 31 del 2020. Una legge che trasforma alla radice la partecipazione marchigiana!.A Senigallia, è stato importante il ponte che siamo riusciti a costruire tra società civile riflessiva, partiti, istituzioni regionali. E’ stato importante il ruolo della coordinatrice di Argomenti2000 Senigallia, Ilaria Ramazzotti, membro dell'Assemblea regionale del PD Marche.
Quindi, da
cattolici democratici si può incidere nel PD: è una motivazione in termini di
efficacia dei processi.
Ecco una seconda motivazione, forse poco nota: alcuni membri di Argomenti2000 che sono anche iscritti al PD hanno costituito, due anni fa, la componente Progetto Italia Progetto Europa, che ha siglato un patto con l’allora candidato alla Segreteria nazionale Nicola Zingaretti, che il 18 dicembre 2018 ha ringraziato Argomenti2000 per il contributo.
Adesso, Progetto
Italia Progetto Europa è una componente del PD, come le tante altre che esistono…Si
tratta di una motivazione squisitamente politica
per rimanere nel PD, ma assai importante! ....a breve la seconda parte...
Giandiego Carastro
sabato 3 ottobre 2020
Un nuovo partito di ispirazione cattolica? Ma non è meglio stare nel PD?
PARTE II
Nella pagine finali del suo
libro “Cattolici e presenza politica”, Ernesto Preziosi discute anche le
posizioni dell’economista Leonardo Becchetti e del demografo Alessandro Rosina.
Becchetti è famoso in Italia
per aver lanciato lo slogan del “voto con il portafoglio”: i cittadini possono
orientare i mercati acquistando prodotti dotati di certificazione equa e
solidale e ambientale. Il docente di Tor Vergata (Roma) propone di costruire
una piattaforma/manifesto di una idea di società che sia riferibile al mondo
cattolico (anche nel pluralismo di alcune differenze); tale piattaforma andrà ispirata
ai valori cristiani nel loro complesso in modo tale da superare la dicotomia
del bipolarismo tra valori etici (per così dire “di destra”) e questione sociale (“di sinistra”). Come Stefano Zamagni, anche Becchetti è contrario a
che i cattolici siano minoranza insignificante nei partiti esistenti. E’, però,
anche contrario a creare un partitino
confessionale.
La terza posizione esaminata da E. Preziosi è quella di un demografo: Alessandro Rosina. Egli si distingue sia da Zamagni che da Becchetti. Per Rosina serve un nuovo modo di intendere l’impegno politico, puntando su un protagonismo dei cattolici che sia diffuso a partire dalle realtà sociali più dinamiche e positive nel territorio del Paese. Non si tratta di partire da cosa il mondo cattolico può offrire, ma da cosa manca al Paese e cosa i cattolici possono dare ad un progetto che risponda a tale mancanza. A giudizio di Preziosi, Rosina chiede di rafforzare una domanda di Paese che possa essere condivisa anche da esponenti di altre culture politiche e sia come la base di una nuova domanda di politica, intorno alla quale i partiti potrebbero spendersi per la costruzione di un’offerta coerente con tale nuova domanda di buona politica.
Abbiamo viste tre posizioni distinte, frutto del mondo cattolico che è un mondo plurale, non monolitico. Sul tema del pluralismo dei cattolici, riporto alcune parole del prof. Riccardo Saccenti, pubblicate proprio sul sito di Argomenti2000 di cui è Presidente nazionale Ernesto Preziosi: “(…) Alla radice della lunga esperienza democratico cristiana vi è però una cruciale ragione storica, il cui valore non è riducibile al semplice fare “l’interesse dei cattolici”, ma risiede piuttosto nell’aver dato forza alla democrazia repubblicana obbligando i cattolici ad un lungo e complesso itinerario che li ha portati non solo ad accettare la democrazia ma soprattutto a maturare essenziali espressioni di coscienza democratica. È questo uno snodo storico essenziale per il paese e certo anche per la Chiesa italiana, che tuttavia sarebbe sbagliato trasformare nell’unico possibile paradigma di riferimento, senza considerare che, fin dall’inizio, la Democrazia Cristiana ha svolto la propria funzione politica rimanendo, finché le condizioni lo hanno permesso e reso necessario, spazio di espressione di un pluralismo culturale che oggi permane e richiede di trovare ricadute politiche vitali e durature che siano fedeli a questo stesso pluralismo.” (http://www.argomenti2000.it/content/se-è-solo-un-problema-di-percentuali).
Nel post successivo e penso conclusivo, vorrei provare a indicare i motivi e le condizioni per una fruttuosa presenza dei cattolici democratici e sociali dentro un partito plurale quale il Partito Democratico.
Giandiego Carastro