martedì 30 novembre 2021

Contributi per la migliore politica: Perché Gramsci ha ancora qualcosa da dirci! Prima parte

Perché Gramsci ha  ancora qualcosa da dirci!

Prima parte dell’intervista al dott. Giorgio Benigni

Il precedente post è stato dedicato alla presentazione congiunta delle figure di Antonio Gramsci e don Luigi Sturzo.  Adesso, approfondiremo il pensiero di Antonio Gramsci, con una intervista al dott. Giorgio Benigni, analista di politica interna e internazionale, dottore di ricerca in diritto costituzionale italiano e comparato, dirigente PD nel Primo Municipio di Roma, assiduo conoscitore del pensiero di Antonio Gramsci..

Grazie, Giorgio, per aver accolto l’invito a rispondere a questa intervista. Tu hai una intensa esperienza di militante e dirigente del PD in un quartiere centrale di Roma come l’ Esquilino. Puoi parlarci brevemente della vita del tuo circolo PD nella tua realtà territoriale?

Abbiamo tenuto in piedi una comunità politica in uno dei rioni più popolosi e problematici del Primo municipio di Roma pur non avendo ormai da 8 anni, una sede fisica dove riunirci. Siamo stati tra i primi ad utilizzare le piattaforme informatiche in tempi di pandemia ed avviare una serie di incontri e confronti di livello in questa modalità. La tradizione è quella di un circolo anticonformista, dove si ritrovano persone libere che non devono obbedire o “rispondere” a niente e nessuno. Penso che in questi 18 mesi abbiamo dato vita a una sorta di scuola di politica per la qualità e quantità di interventi che abbiamo saputo mettere organizzare.

Ai giovani di oggi, come presenteresti Antonio Gramsci?

Gramsci è stato un uomo che ha cercato sempre la verità. Questo sia prima di andare in carcere che durante la prigionia. Poi è stato un figlio, un marito, un padre attentissimo alle relazioni primarie e a preservarle e proteggerle dal moloch totalitario della politica. Certo è stato un dirigente comunista, ma il suo pensiero, il suo acume, la sua profondità, la sua ricerca in grandissima parte sono sopravvissute alla fine del comunismo. Gramsci ancora oggi è l’intellettuale italiano del ‘900 più studiato nel mondo. Proprio a partire da Paesi che uno non immaginerebbe neppure come gli Stati Uniti.

 In un precedente post su questo blog riportavamo quello stralcio del documentario di Veltroni in cui si diceva che diversi giovani non conoscevano Enrico Berlinguer. A maggior ragione, forse non conoscono Gramsci..Tu hai studiato le opere ed il pensiero di Gramsci. Quali sono le parti sempreverdi del suo pensiero? 

Io l’ho studiato per passione, per corrispondenza nello stile di pensiero. Non a scuola. E’ stato una sorta di rapimento intellettuale. Penso non sia facilissimo accostarsi ai suoi scritti, non ha prodotto un’opera con un titolo, un inizio e una fine. Il suo è uno straordinario flusso di ricerca, pensiero e di esperienza di vita su cui è bello adagiare la propria mente. Ma forse è arrivato il tempo di farlo studiare anche nei programmi scolastici, nei corsi di storia e filosofia. Gramsci è un immenso teorico della politica, e faccio rientrare in questa espressione sia la filosofia che la scienza politica. Quello che per me è fondamentale è che non è un pensatore materialista: la dialettica centrale per lui non è quella servo/padrone ma quella dirigenti/diretti, non esiste nessun determinismo scientifico materialista negli avvenimenti storici, le condizioni materiali da sole non generano iniziative politiche. 

Puoi citarci qualche suo contributo, in tal senso?

Magistrale un suo articolo scritto a 26 anni sul giornale dei socialisti torinesi all’indomani dello scoppio della rivoluzione russa: “la rivoluzione contro il Capitale”, dove il Capitale con la maiuscola è il capolavoro di Carlo Marx che il giovane studente sardo vede completamente smentito dall’iniziativa russa. 

Su cosa si basa, allora, la politica per Gramsci?

Se quindi la politica non segue logiche meramente materiali su quali concetti poggia? La risposta di Gramsci è innanzitutto il partito politico, il “moderno principe”, secondo la famosissima definizione che richiama ed attualizza il pensiero di Niccolò Machiavelli. Certo, per il comunista Gramsci il partito politico è essenzialmente il partito della classe operaia ma sarebbe riduttivo pensare che sia il partito che si limita a fare gli interessi della classe operaia. Nella concezione di Gramsci il partito è quello che fa diventare la classe operaia classe dirigente. Per I meri interessi materiali della classe operaia ci sono i sindacati. E’ un’altra funzione che lui chiama “economico corporativa” per distinguerla da quella del partito che invece è “etico politica”. 

Ci sono ancora altri punti importanti del suo pensiero?

Vengo quindi al terzo grande concetto che a quasi 100 anni dalla sua elaborazione mostra ancora una vitalità e forza straordinaria: l’egemonia. Nella vulgata comune e molto anche grazie alle semplificazioni del pensiero cattolico, il concetto di egemonia è stato di fatto equiparato a quello di volontà di potenza e quindi considerato antitetico a quelli di libertà e pluralismo. Io non penso così. Egemonia, nella definizione che per la prima volta ho letto in un breve scritto di un importante dirigente del Pci, Aldo Tortorella, non è altro che “compiuta capacità di direzione”. Insomma egemonia è quando c’è piena consonanza tra dirigenti e diretti perché questi ultimi riconoscono e si riconoscono consapevolmente, chiaro, non perché manipolati, nell’azione dei dirigenti politici. Il contrario di egemonia quindi non è libertà ma è il contrario, è “dominio”, ovvero un potere esercitato dal dirigente solo con l’uso della forza e senza il consenso del diretto. Ecco, io penso che questi tre concetti, “il partito come moderno principe”, la distinzione tra la “fase economico corporativa e quella etico politica” e il concetto di egemonia siano ancora parole ricche di linfa vitale e di significato.

…continua nel prossimo post…

Giandiego Carastro

domenica 28 novembre 2021

Il Circolo PD di Monte San Vito verso il Congresso

CIRCOLO di MONTE SAN VITO: Enrico Berlinguer

CONGRESSO DI CIRCOLO PER L’ELEZIONE DEL SEGRETARIO E DEL DIRETTIVO DEL CIRCOLO E DEI DELEGATI ASSEMBLEA PROVINCIALE DI ANCONA

Carissime/i, con i Congressi di Circolo siamo chiamati ad eleggere il Segretario ed il Direttivo del Circolo, e a concorrere all’elezione del Segretario e dell’Assemblea della Federazione Provinciale del PD di Ancona, con l’obiettivo di determinare un rinnovato impulso politico organizzativo del Partito sul territorio, e per meglio rispondere ai molti problemi e alle giuste aspettative della nostra comunità. A tal fine, anche il nostro Circolo è chiamato a dare il suo sentito contributo alle scelte che il Partito Democratico saprà determinare, perciò Ti invito a partecipare all’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI del nostro Circolo, convocata per:

Domenica 5 Dicembre, ore 09,30

Presso la sede del Circolo Via Beniamino Gigli

Agenda lavori: ore 9:30 Inizio lavori, a seguire:

1. Nomina dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea;

2. Nomina dei componenti del Seggio elettorale;

3. Fissazione del termine per il deposito delle candidature e delle liste; [entro 20 minuti dall’avvenuto insediamento della presidenza del congresso]

4. Illustrazione delle piattaforme politico programmatica dei candidati a Segretario; [15 minuti ciascuno]

5. Illustrazione delle piattaforme politico programmatica dei candidati a Segretario di Circolo [15 minuni ciascuno, ovvero max 10 minuti ciascuno se più di uno];

6. Dibattito;

7. Votazioni : ore 10,30 inizio votazioni ore  12:15 termine delle operazioni di voto;

8. Scrutinio dei voti, proclamazione dei risultati e dei delegati eletti.

SI RICORDA CHE SONO OBBLIGATORI IL GREEN PASS E L’UTILIZZO DELLA MASCHERINA 

Data l’importanza dell’Assemblea, confidiamo nella presenza di tutti.


Monte san Vito, 28 novembre, 2021              Il Segretario del Circolo

                                                    Sticozzi Matteo


giovedì 25 novembre 2021

25 Novembre: "Oltre la violenza di genere"

Ci siamo, anche quest'anno è arrivata "la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne", nata per volere dell’ONU nel 1999 e celebrata ogni anno il 25 novembre. Nelle intenzioni di chi l'ha voluta c'era la volontà di ricordarci che la violenza di genere è purtroppo ancora una realtà molto diffusa e va combattuta, purtroppo la strada da percorrere sembra, dopo tanti anni, ancora drammaticamente lunga. Ed oggi, cosi come ogni anno, in tutto il Paese ci saranno eventi che vogliamo sperare che diventino importanti occasioni di riflessione e proposte concrete sul come fronteggiare questa vergognosa piaga sociale.

In occasione della Giornata internazionale della violenza contro le donne, il Viminale ha pubblicato online l'ultimo report "Omicidi volontari" curato dal servizio analisi criminale della direzione centrale della polizia criminale. Il quadro non è per nulla rassicurante. In undici mesi, dall'inizio dell'anno al 21 novembre in Italia sono stati commessi 263 omicidi, con 109 vittime donne, di cui 93 uccise in ambiti familiari. Di queste 63 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli omicidi volontari sono cresciuti del 2% (nel 2020 erano stati 257), quelli con vittime di genere femminile dell'8% (101 le donne uccise lo scorso anno fino al 21 novembre). In crescita anche i delitti commessi in ambito familia-re/affettivo (+5%) che passano da 130 a 136 mentre le vittime di genere femminile au-mentano del 7% (erano state 87 un anno fa).

Come Circolo PD di Monte San Vito riteniamo che la Politica debba recuperare un ruolo centrale nella costruzione di una società migliore in cui vivere. Le comunità in cui viviamo ed operiamo (da Volontari) non sono esenti da questi drammi, dobbiamo avere una sensibilità sempre vigile ed attenta per fare in modo di creare tutte quelle connessioni utili alla prevenzione di ogni atto di violenza, siano essi fisici o solo verbali. Una attenzione che ci sentiamo di rivolgere alla Politica ed alle Istituzioni tutte, dalla quelle di quartiere sino a quelle Nazionali, un invito ad abbassare i toni e concentrare gli sforzi verso la difesa di tutte le fragilità.

Riguardo questo delicatissimo tema ci piaceva riportarvi, attraverso il racconto degli amici del Team BeSLab, un Convegno on line, tenutosi Sabato 20 Novembre 2021, dal titolo “Oltre la violenza di genere”.

"L’evento è stato patrocinato da Athena Studi Medici di Ancona, dal Centro Il Volo - Centro di Psicologia e Psicoterapia clinico di Reggio Emilia e dall’Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche (soggetti che ringraziamo per aver creduto in noi del team BeSLab e soprattutto in questo progetto).

BeSLab nasce nel 2018 con l'intento di promuovere gli studi e le ricerche sul tema della comunicazione verbale e non verbale e l'analisi comportamentale. Il laboratorio ha sviluppato, in questi anni, numerose collaborazioni con enti pubblici e privati ed ha partecipato a diversi convegni nazionali ed internazionali. Il punto di forza di BeSLab è la capacità di trattare il tema della comunicazione a 360 gradi, concentrandosi sui diversi campi di applicazione delle tecniche scientifiche di analisi delle espressioni facciali e dei movimenti del corpo.

Il Convegno è stato organizzato in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne ma… non abbiamo parlato solamente di donne! Questa Giornata segna l'inizio dei Sedici giorni di attivismo contro la violenza basata sul genere, che hanno lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e spingere ad agire per il cambiamento.

Abbiamo pensato di dedicare questo evento alla sensibilizzazione di alcune tematiche che ci stanno a cuore: Violenza di genere è anche discriminazione verso i disabili, verso il mondo lgbtqia+, verso i minori e tanto altro! 

Perché si celebra questa giornata?

Il 25 novembre del 1960 nella Repubblica Dominicana furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo: Patria, Minerva e Maria Teresa sono passate alla storia con il nome di Las Mariposas (le farfalle) per la loro lotta in difesa dei propri diritti contro la dittatura di Rafael Leonidas Trujillo, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana; le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare, condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Nel 1981, durante il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.

Nel 1993 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l'eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane e nel 1999 è diventata una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne sono le scarpe rosse soprattutto in Italia, “abbandonate” in tante piazze per sensibilizzare l’opinione pubblica. Il simbolo è stato ideato nel 2012 dall’artista messicana Elina Chauvet con l’opera Zapatos Rojas, la cui installazione è apparsa per la prima volta davanti al consolato messicano di El Paso, in Texas, per ricordare le centinaia di donne uccise nella città messicana di Juarez.

“Oltre la violenza di genere”  ha visto la partecipazione di professionist* di rilievo che hanno trattato le varie tematiche:

* L’Avv. Lucia Paolinelli, Operatrice di Casa delle Donne di Jesi, è intervenuta sul “Il ruolo dell’Avvocata nei centri e sportelli antiviolenza”;

* Germana Pietrani Sgalla, presidente dell’Associazione Equity APS invece ci ha raccontato un progetto del 2007 che è purtroppo ancora attualissimo ovvero "Ancora Bulli in Ballo: la situazione del bullismo nelle scuole.";

* La Dott.ssa Paola Loreto ha esposto alcuni casi relativi a “La violenza sui minori: studio di casi pratici”;

* Il Dott. Luca Colussi, Antropologo ed Insegnante, esperto di Pakistan ha spiegato molto chiaramente la situazione nel Paese affrontando inoltre l’argomento “La violenza di genere: focus antropologico in Pakistan”;

* Erika Salici, Insegnante di Scuola Secondaria di Secondo Grado, ci ha riportato la situazione delle scuole italiane affrontando varie problematiche con “Prof, non ce la faccio più! Come riconoscere i segnali di allarme ed aiuto nel contesto scolastico”;

* La Dott.ssa Maria Inez Braga, Psicologa ed Operatrice di Casa delle Donne di Jesi, ha illustrato “L’aspetto invisibile della violenza contro le donne”;

* L’Avv. Maria Cristina Giuliodori, Collaboratrice alla Cattedra di Diritto dello Sport all’Università degli Studi di Macerata, Esperta in disabilità natatoria, ha sviluppato la problematica de “Il linguaggio discriminatorio nei confronti dei disabili”;

* La Dott.ssa Adriana Magnarini, Assistente Sociale, Coordinatrice del Centro di Salute Mentale di Senigallia ha concentrato il suo intervento su “La violenza di genere: un approccio multiprofessionale nelle attività di sostegno”;

* La Dott.ssa Giorgia Martelli, infine, ha focalizzato il suo intervento sull’aiuto all’uomo violento nelle relazioni affettive con “Oltre la violenza sulle donne: il maschio maltrattante”;

Questo Convegno così denso di tematiche è stato molto stimolante per tutti gli intervenuti, relatori e corsisti, e speriamo abbia acceso una piccola miccia che porti a collaborazioni in questi ambiti oltre che ad una maggiore sensibilizzazione verso le tematiche proposte.

Ringraziamo il Circolo del PD di Monte San Vito che ci ha dato l’opportunità di raccontare del nostro Convegno al quale abbiamo dedicato tanti mesi di preparazione."

Dott.ssa Paola Loreto

Criminologa, Sociologa, Esperta analista del comportamento e Mediatrice Penale, fondatrice di BeSLab

Dott.ssa Giorgia Martelli

Criminologa Clinica, Sociologa e Mediatrice Familiare, team BeSLab

Dott.ssa Silvia Sardi 

Esperta in analisi comportamentale e co-fondatrice di BeSLab

#25novembre #stopviolence                                                                        La Redazione

giovedì 18 novembre 2021

Contributi per la Migliore Politica: Gramsci e don Sturzo

Gramsci e don Sturzo

Il post precedente è stato dedicato a Palmiro Togliatti e ad Alcide De Gasperi. Ricordo che stiamo affrontando il tema dell’antifascismo a partire da figuredel PCI e della DC che vennero uccise, esiliate, imprigionate dal fascismo. Il seguente post vuole ricordare due figure di politici, che furono anche intellettuali: Antonio Gramsci e Don Luigi Sturzo.

Antonio Gramsci (1891-1937)

Fondatore del Partito Comunista d’Italia il 21 gennaio del 1921, a Livorno. 

Per cosa ricordare Gramsci

Va sicuramente ricordato per il concetto di “egemonia culturale”. Dal sito Pilloledigramsci, possiamo sintetizzarne una spiegazione nel mondo che segue:

- Quanto sia importante il loro ruolo nell'educazione delle classi culturalmente "inferiori", nella creazione di uno spirito critico comune, nel favorire ed incentivare la formazione di pensieri ragionevoli e logici da parte di più persone possibili.

- L'importanza cruciale della classe intellettuale di ogni società. Di quanto essa, attraverso i suoi esponenti, sia determinante nel forgiare il pensiero comune diffuso fra la cittadinanza. La classe intellettuale si manifesta in svariate forme: politici, università, giornalisti, filosofi, letterati, artisti e tante altre figure (oggi potremmo, a determinate condizioni, inserire anche gli influencer?)

- Quanto sia importante il ruolo del partito dell’educare le masse al confronto, all’aggiornamento, allo scambio dei saperi tra cultura accademica e cultura popolare.

Durante il ventennio fascista

Nel 1928, durante il cosiddetto “processone” contro di lui, il Pubblico Ministero affermò: "Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare”.

Il fascismo e Gramsci

Cosa ha comportato per lui il fascismo? Ha comportatol’arresto, l’aggravarsi delle proprie condizioni di salute a cui è seguita la morte nel 1937.

Don Luigi Sturzo (1871-1959)

Fondatore del Partito Popolare Italiano il 18 gennaio del 1919, a Roma.

Per cosa ricordare Sturzo

Per aver intuito la urgenza di un partito di cattolici, programmatico e non clericofascista.

Aver rispettato la dimensione societaria della vita civile, dove né l’egoismo dell’individuo né le pretese dello Stato devono aver eccessiva voce in capitolo,

Aver creato una coscienza europea sui temi della libertà e della democrazia, in tempi di guerre, discriminazioni, lager.

Aver valorizzato la analisi rigorosa dei fatti, prima di esprimere giudizi ideologici

Durante il ventennio fascista

Fu costretto all’esilio, prima in Inghilterra e poi in America, dimettendosi da Segretario del Partito Popolare Italiano.

Il fascismo e  don Sturzo

Cosa ha comportato per lui il fascismo? Ha comportato l’esilio, il ripudio della Santa Sede, la perdita di ogni reputazione non solo politica, ma anche ecclesiale (e per un sacerdote questo è causa di grave sofferenza morale)

Conclusione

L’intellettuale è colui che può aiutare gli iscritti del PD ad interpretare la realtà che stiamo vivendo, che ha coscienza storica e consapevolezza culturale. Può sembrare un tema astratto, ma su di esso si è svolta una Agorà democratica, lo scorso 8 novembre. Il titolo era  “Chi ci aiuta a pensare la realtà?” e sono intervenuti iscritti e non iscritti da Venezia, Roma, dalla Toscana, da Parigi ed anche dalla Germania. On-line, ci siamo chiesti quali intellettuali ci stiano aiutando a pensare la realtà per trasformarla secondo i principi di uguaglianza, libertà e giustizia. Non ci crederete, ma abbiamo parlato anche di Antonio Gramsci!!!

Questa coincidenza ci spinge  a continuare a studiare  il pensiero di Gramsci e di Sturzo.

Intervisteremo diverse personalità che hanno studiato i loro percorsi culturali e politici...

Per approfondire:

Fondazione Gramsci onlus

Homepage | Istituto Luigi Sturzo

Giandiego Carastro

mercoledì 3 novembre 2021

Giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

Il 4 novembre è il Giorno dell’Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate.

Ricordiamo avvenimenti del secolo scorso, come il ruolo che le Forze Armate hanno avuto nella Prima guerra mondiale, portando a compimento il disegno risorgimentale: l’unione dei territori e dei popoli che hanno dato origine all’Italia.

Questa ricorrenza coincide con il centenario dalla traslazione della salma del Milite ignoto all’Altare della Patria, a Roma.  La salma è ignota perché non si conosce l’identità del soldato tumulato. Il milite ignoto voleva rappresentare il sacrificio dei soldati in ciascuna delle zone del fronte della Prima guerra mondiale: Rovereto, Dolomiti, Altipiani, Grappa, Montello, Basso Piave, Cadore, Gorizia, Basso Isonzo, San Michele,  tratto da Castagnevizza al mare. 

La scelta tra undici bare identiche venne compiuta da Maria Bergamas di Trieste, il cui figlio Antonio – disertore dell'esercito austriaco e volontario nelle fila italiane – era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato. Il Feretro prescelto fu trasferito a Roma su ferrovia, con un convoglio speciale a velocità ridotta sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma, ricevendo gli onori delle folle presso ciascuna stazione e lungo gran parte del tracciato. Il 4 novembre di 100 anni fa più di trecentomila persone accorsero per quel giorno a Roma da ogni parte d’Italia per rendere omaggio al Milite Ignoto.

Sembrano episodi lontani, ma è necessario ricordare le gesta di quanti hanno dedicato la propria vita per la Patria: ciò ha permesso l’edificazione di uno Stato finalmente unito e libero.

Facciamo nostro il ringraziamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle Forze Armate, anche in questi mesi di crisi pandemica: “ (…) Soldati, Marinai, Avieri, Carabinieri, Finanzieri e personale civile della Difesa che, in questo stesso momento, state profondendo le vostre migliori energie al servizio del Paese, siate sempre degni del giuramento di fedeltà prestato alla Repubblica dinnanzi alla Bandiera, suo emblema unitario più rappresentativo, in nome e per l’affermazione dei valori di pace, giustizia e libertà (…)”.

Approfondimenti: Il Milite Ignoto - Difesa.it

Giandiego Carastro