domenica 9 maggio 2021

Giornata dell'Europa: Lettera ai Cittadini Europei

Di seguito il testo della lettera ai cittadini europei firmata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, insieme ad altri Capi di Stato, in occasione della “Giornata dell’Europa”.

“In occasione della Giornata dell’Europa vorremmo estendere i nostri più sentiti auguri a tutti i cittadini europei.

Questa Giornata dell’Europa è speciale. Per il secondo anno di fila, è celebrata in circostanze complesse a causa della pandemia di Covid-19. Siamo vicini a tutti coloro che ne hanno sofferto.

La Giornata dell’Europa di quest’anno è speciale anche perché segna l’avvio della Conferenza sul Futuro dell’Europa. Facciamo appello a tutti i cittadini dell’UE affinché colgano questa occasione unica per plasmare il nostro comune futuro.

Questo dialogo sul futuro dell’Europa si svolge in circostanze molto differenti da quelle degli anni passati. Potrebbe sembrare che nella situazione attuale non ci sia tempo sufficiente per una discussione approfondita sul futuro dell’Europa. Al contrario, la pandemia di Covid-19 ci ha ricordato ciò che è veramente importante nelle nostre vite: la nostra salute, il nostro rapporto con la natura, le nostre relazioni con gli altri esseri umani, la reciproca solidarietà e la collaborazione. Essa ha sollevato degli interrogativi sul modo in cui viviamo le nostre vite. Ha mostrato i punti di forza dell’integrazione europea, così come le sue debolezze. Di tutto ciò è necessario parlare.

Le sfide che ci si pongono come europei sono molteplici: dall’affrontare la crisi climatica e dalla creazione di economie verdi, in un contesto che rende necessario bilanciare la crescente competizione tra gli attori globali, alla trasformazione digitale delle nostre società. Avremo bisogno di sviluppare nuovi metodi e nuove soluzioni. Come democrazie la nostra forza consiste nel coinvolgere le molte voci presenti nelle nostre società per identificare il percorso migliore da intraprendere. Quante più persone parteciperanno a una discussione ampia e aperta, tanto meglio sarà per la nostra Unione.

Il progetto europeo non ha precedenti nella storia. Sono passati 70 anni dalla firma del Trattato istitutivo della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio e 64 dalla nascita a Roma della Comunità Europea. A quel tempo i leader europei trovarono soluzioni per unire un’Europa devastata dalla guerra. Trent’anni fa l’Est e l’Ovest dell’Europa hanno iniziato a connettersi più strettamente. Paesi molto diversi si sono uniti per formare l’Unione Europea. Ciascun Paese ha le proprie esperienze storiche e sente il peso del proprio passato, con il quale fare i conti da solo e nel rapporto con altri Paesi.

Il progetto europeo è un progetto di pace e riconciliazione. Lo è stato fin dalla sua concezione, e rimane tale oggi. Sosteniamo una comune visione strategica per l’Europa, un’Europa nella sua interezza, libera, unita e in pace.

Tutti i principi fondamentali dell’integrazione europea restano assolutamente rilevanti al giorno d’oggi: libertà, uguaglianza, rispetto dei diritti umani, Stato di diritto e libertà di espressione, solidarietà, democrazia e lealtà tra gli Stati membri. Come possiamo assicurare collettivamente che questi principi fondanti dell’integrazione europea restino rilevanti per il futuro?

Nonostante l’Unione Europea a volte sembri mal equipaggiata per far fronte alle molte sfide emerse nell’ultimo decennio – dalla crisi economica e finanziaria alle sfide nel perseguire un sistema migratorio europeo giusto ed equo sino all’attuale pandemia – siamo ben consapevoli che sarebbe molto più difficile per ciascuno di noi se fossimo da soli. Come possiamo rafforzare al meglio cooperazione e solidarietà europee e garantirci un’uscita da questa crisi sanitaria che ci renda più resilienti in vista di sfide future?

Abbiamo bisogno di un’Unione Europea forte ed efficace, un’Unione Europea che sia leader globale nella transizione verso uno sviluppo sostenibile, climaticamente neutrale e trainato dal digitale. Occorre un’Unione Europea nella quale ci possiamo tutti identificare, certi di aver fatto tutto il possibile a beneficio delle generazioni future. Insieme possiamo raggiungere quest’obiettivo.

La Conferenza sul Futuro dell’Europa sarà un’opportunità per parlare apertamente di Unione Europea e per ascoltare i nostri concittadini, soprattutto i più giovani. Essa crea uno spazio di dialogo, dibattito e discussione su quel che ci aspettiamo dall’UE domani e su come possiamo contribuirvi oggi.

Dobbiamo pensare al nostro futuro comune; per questo vi invitiamo a unirvi alla discussione e a trovare insieme il percorso da seguire.”

Borut Pahor - Presidente della Repubblica di Slovenia

Alexander Van der Bellen - Presidente Federale della Repubblica d'Austria

Rumen Radev  - Presidente della Repubblica di Bulgaria

Zoran Milanović - Presidente della Repubblica di Croazia

Nicos Anastasiades  - Presidente della Repubblica di Cipro

Miloš Zeman - Presidente della Repubblica Ceca

Kersti Kaljulaid  - Presidente della Repubblica di Estonia

Sauli Niinistö - Presidente della Repubblica di Finlandia

Emmanuel Macron - Presidente della Repubblica Francese

Frank-Walter Steinmeier - Presidente della Repubblica Federale di Germania

Katerina Sakelloropoulou - Presidente della Repubblica Ellenica

János Áder - Presidente della Repubblica d'Ungheria

Michael D. Higgins  - Presidente d'Irlanda

Sergio Mattarella - Presidente della Repubblica Italiana

Elgis Levits - Presidente della Repubblica di Lettonia

Gitanas Nausėda  - Presidente della Repubblica di Lituania

George Vella  - Presidente della Repubblica di Malta

Andrzej Duda - Presidente della Repubblica di Polonia

Marcelo Rebelo de Sousa - Presidente della Repubblica Portoghese

Klaus Iohannis - Presidente di Romania

Zuzana Čaputová  - Presidente della Repubblica Slovacca


 Roma, 08/05/2021


domenica 2 maggio 2021

Contributi per una Migliore Politica: Alla luce di Berlinguer e Moro, che PD costruire insieme?

Intervista ad Enzo Musolino del PD di Villa San Giovanni (Reggio Calabria) E a Matteo Sticozzi del PD di Monte San Vito (Ancona):

Nei due precedenti post abbiamo presentato le figure di Enrico Berlinguer e di Aldo Moro, chiedendoci quale potesse essere il contributo di queste due importanti figure del Novecento per il PD di oggi e di domani.  In questi stessi giorni, Goffredo Bettini ha presentato un documento su socialismo e cristianesimo, che ha innescato un confronto nel partito. Inoltre, dopo la consultazione dei circoli richiesta dal Segretario nazionale Letta, si è svolta la Assemblea nazionale del PD che ha lanciato le agorà democratiche, a partire da luglio.

A conclusione di questi post su Enrico Berlinguer ed Aldo Moro, ho trovato interessante intervistare il Segretario del circolo del PD di Monte San Vito, ing. Matteo Sticozzi ed il portavoce del PD del circolo di Villa san Giovanni, dott. Enzo Musolino. Proprio un esponente che proviene dalla tradizione berlingueriana e l’ altro dalla tradizione morotea….

Ecco le loro risposte ad alcune domande che proseguiranno anche nel post della settimana prossima:

Domanda n.1

Innanzitutto, vi chiedo di presentarvi, riassumendo in poche righe il vostro impegno politico, attuale e pregresso.

Enzo

Sono un Cattolico Democratico impegnato nel Partito Democratico, forza costitutiva del Socialismo Europeo. Sono il Portavoce del Circolo di Villa San Giovanni, Citta Metropolitana di Reggio Calabria.

Matteo

Fin dalla giovane età ho militato nell'area di sinistra. Iscritto alla FGCI e poi al PCI seguendo tutte le evoluzioni dello stesso. A metà degli anni novanta ho ricoperto il ruolo di segretario di Circolo a Monte San Vito per 4 anni. Nel 2000 sono stato fondatore e presidente di Network Marche ( ramo territoriale di quella nazionale) per promuovere l'innovazione informatica. Aderito fin dalla fondazione al PD e da aprile 2017 ho assunto la responsabilità di segretario del circolo di Monte San Vito. Membro dei probiviri provinciali.

Domanda n. 2

Per Voi, che vuol dire impostare il PD in base al collegamento proposto da Bettini tra socialismo e cristianesimo? Ad ottobre scorso, ho scritto un post in cui auspicavo un PD che fosse al contempo neoberlingueriano e neomoroteo. Trovo che ci possano essere dei punti di contatto con la nuova area culturale proposta da Goffredo  Bettini, ma questo è un mio giudizio personale…

Enzo

Al di là del progetto di Bettini per un’ennesima corrente democratica, mi sembra molto importante articolare il dibattito del retaggio di Moro e di Berlinguer all’interno del quadro rappresentato da Peppe Provenzano e Emanuele Felice nel loro saggio “La Democrazia è in crisi? Liberali e socialisti per i tempi nuovi”, pubblicato su il Mulino nel 2019. 

Il ruolo del cattolicesimo democratico sta tutto in quella articolazione pluriarchica.  Se il socialismo democratico e l’impegno dei cristiano-democratici ci può insegnare qualcosa è proprio questo: l’identità va messa sempre in discussione di fronte alla possibilità di allargare la base democratica del Governo e del Paese. Nessun arroccamento ideologico è ammesso! I diversi riformismi italici sono destinati a marciare insieme per il progresso comune.  L’idea di “terza forza” e “terza via” (idea legata all’elaborazione cristiana grazie a Wilhelm Röpke) ha senso solo se non significa ipostatizzare al “Centro” un nuovo assetto ideologico (cerchiobottista del tipo ago della bilancia) ma se arricchisce di significato e mitiga gli aculei ideologici della contrapposizione epocale Centrosinistra/Centrosinistra.  Le Estreme vanno in tal senso marginalizzate, anche grazie ad una forte contesa in tema di agenda politica e mediatica.  Mi sembra che sia quello che sta realizzando Enrico Letta.

Matteo

Ho sempre creduto e auspicato, come d'altronde lo stesso Berlinguer ha praticato, una collaborazione tra le maggiori forze politiche… DC e PCI, a quel tempo, per lo sviluppo di una politica che avesse come riferimento i più deboli, lavorando all'aumento dei diritti ed alla diminuzione delle disuguaglianze tenendo al centro l'Uomo. Chi dal punto di vista più laico, chi più dal punto di vista della fede… ma l'obiettivo doveva essere il benessere dell'uomo.

Domanda n. 3

Cosa vi ha colpito positivamente nella proposta di Area Agorà di Bettini?

Enzo

È positivo articolare in modo plurale le diverse tradizioni Democratiche.  È negativo farlo solo per strutturare una nuova divisione all’interno del Partito.  Spero che Bettini colga la prima opportunità e rigetti la seconda.

Matteo

Non ho avuto modo di valutarla attentamente. Sicuramente è un documento che ha messo in moto una necessità di riflessione in un momento in cui la politica è scesa a livelli non adeguati al ruolo che la stessa dovrebbe assolvere.

Domanda n. 4

Ho letto qualche critica alla elaborazione di Bettini perché potrebbe fare ombra alla azione del neo Segretario PD Enrico Letta.  Io aderisco ad un componente dentro il PD, piccola ma propositiva e ho trovato giovamento in questa adesione, per la mia crescita culturale…Che ne pensate, in generale, del rapporto tra partito ed aree culturali/componenti/correnti?

Enzo

Il dibattito all’interno del Partito deve essere culturale e politico, per Idee e Posizioni di ampio respiro, prospettiche.  Non ha senso dividersi tra diversi personalismi in contrapposizione.  Mi sembra che il correntismo democratico, negli ultimi anni, abbia deragliato in tal senso. Ho fiducia, però, in Enrico Letta e sono convinto che saprà risolvere questi limiti interni.

Matteo

Il rapporto tra il PD e le aree culturali deve essere potenziato. Oggi una delle forti carenze è propria la mancanza di rapporti con intellettuali e aree culturali diverse, che non devono essere però correnti di potere, ma luoghi di elaborazione di pensieri che alla fine devono fare sintesi verso un unico obiettivo: il miglioramento delle condizioni dell'Uomo.

…Segue nel prossimo post….

Giandiego Carastro

domenica 25 aprile 2021

Il nostro 25 aprile, la nostra rinnovata RESISTENZA

Il 25 Aprile per gli italiani, (tranne per coloro che provengono dal partito fascista e/o si sentono vicini a quella rozza ideologia), rappresenta la liberazione di un POPOLO che per un ventennio è stato Oppresso, Affamato, Massacrato fisicamente e moralmente da un manipolo di incolti, disadattati e delinquenti comuni capeggiati da un misogeno affiancato da un re incapace e dai conservatori di quel tempo.

Un capo popolo che per le sue mire di potere e narcisismo sfrenato ha venduto la Nazione all'altro narcisista, tedesco, a cui ha fornito il supporto per il massacro degli ebrei e di tutte le minoranze. Insomma un servo del nazionalsocialismo che portò ad una guerra sconsiderata che tanti lutti e disastri inflisse agli italiani.

Gli italiani hanno trovato il coraggio di ribellarsi e imbracciarono le armi. La maggioranza giovani donne e uomini  hanno messo a rischio la loro vita, e moltissimi sono morti, per dare Libertà e Democrazia a questo paese e che successivamente hanno costituito la nuova classe dirigente anche se in organizzazioni politiche, i Partiti, diversi ma democratici.

In rispetto a quei giovani, ai loro sacrifici è necessario continuare a ricordare e impegnarsi in una continua resistenza contro i soprusi, le disuguaglianze, i nuovi diritti necessari a garantire un futuro al Nostro paese ed ai lavoratori donne e uomini, ai nuovi poveri a quali il capitalismo sfrenato ha portato solo un peggioramento delle loro condizioni; ai giovani nati da famiglie di origini non italiane ma che da anni vivono regolarmente in Italia, completamente integrate. Famiglie i cui figli hanno frequentato la scuola italiana raggiungendo anche la laurea, parlano perfettamente l'italiano, oltre che i dialetti locali, e che ad oggi non non hanno ancora diritto di cittadinanza. Retaggio di quel fascismo che nel 1946 è stato cancellato dalla Costituzione e che i partiti di destra attuali, nelle varie forme, ancora oggi attuano.

La nuova resistenza non richiede le armi ma l'uso dell'intelligenza, del buon senso, del mettere in atto un impegno politico continuo sui nuovi fronti: salvaguardia del bene terra, ridistribuzione equa tra lavoratori e impresa, parità di accesso alle opportunità e alle risorse, diritti umani a livello globale, miglioramento delle classi dirigenti basati sul merito e competenza, formazione continua per tutto il ciclo lavorativo e molto altro.

Questa è la Resistenza per la quale il PD di Monte San Vito continuerà a combattere affinchè tutti gli UOMINI siano liberi davvero.

“Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perchè non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero” cit. Sandro Pertini.

Un abbraccio libero,

La Redazione



domenica 18 aprile 2021

Contributi per una Migliore Politica: Il messaggio di Enrico Berlinguer ed Aldo Moro, oggi: Socialismo e cristianesimo

Il post precedente ha centrato l’attenzione su Enrico Berlinguer e Aldo Moro. Per una coincidenza del destino politico, in questi giorni il compagno G. Bettini ha presentato una nuova area culturale nel partito, Le Agorà, chiamando a discuterne tanti militanti, dirigenti, eletti ed intellettuali. L’area ha elaborato un manifesto intitolato “socialismo e cristianesimo”.

Nel mio piccolo, trovo una coincidenza impressionante tra questa proposta e l’idea che sommessamente avanzo da ottobre scorso, di delineare il PD come partito neoberlingueriano e neomoroteo.

Pertanto, anticipando che nel prossimo post analizzeremo insieme proprio questa nuova area culturale, oggi mi limito a fare la seguente panoramica storica.

Cosa è accaduto quando cristianesimo e socialismo si sono ignorati oppure si sono scontrati:
- Il liberalismo autoritario ebbe facile presa contro entrambi e le truppe regine fecero fuoco contro le masse milanesi che volevano pane e dignità, uccidendo 83 persone (1898)
- La monarchia poté approfittare della divisione tra cattolici e socialisti, per lasciare spazio al regime fascista (1922)

Cosa è successo quando cristianesimo e socialismo/comunismo si sono fidati gli uni degli altri:
è nata la Carta Costituzionale dopo due anni di Costituente (1946-1948)
L’energia elettrica è diventata per tutti (legge n. 1643 del 1962)
La scuola media è diventata per tutti ( legge n. 1859 del 1962)
La sofferenza psichica è stata liberata dalle mura ( legge n. 180 del 1978)



Ha avuto luogo un compromesso alto tra diritti delle donne e apertura alla vita ( n. 194 del 1978)
La sanità pubblica è diventata per tutti ( legge n. 833 del 1978)

Nel frattempo, condivido il link per leggere il manifesto delle Agorà:
prima di copertina (leagora.it)
Il prossimo post sarà arricchito da un dialogo con lo studioso di politica, Enzo Musolino, nonché militante del PD di Reggio Calabria, il quale ci aiuterà in questo approfondimento.

Giandiego Carastro




domenica 11 aprile 2021

Contributi per una Migliore Politica: Il PCI e la DC negli anni 70 Enrico Berlinguer ed Aldo Moro

Riprendiamo questi post, dopo la pausa pasquale.  Ringraziamo le lettrici ed i lettori che sinora ci hanno seguito e ci hanno espresso interesse. Abbiamo avviato un percorso di riflessione sulla storia della politica italiana nel Novecento, scegliendo di ricordare, di volta in volta, due figure di riferimento, una per il PCI e una per la DC. Dopo la pausa pasquale riprendiamo il discorso.

Sinora abbiamo ricordato Achille Occhetto e Mino Martinazzoli, Pio La Torre e Piersanti Mattarella, Nilde Iotti e Tina Anselmi, con un approfondimento sul tema donne e società, insieme al Gruppo Donne del circolo.

… adesso è la volta di Enrico Berlinguer ed Aldo Moro

Sono un po' emozionato ad iniziare questo post, perché lo reputo particolarmente importante, dal momento che, a mio parere, me il PD è chiamato ad essere un partito contemporaneamente neoberligueriano e neomoroteo.  In ogni sezione d’Italia dovrebbe essere affissa la seguente celebre foto:


Vista la importanza dei due protagonisti del Novecento politico italiano, qui tratteggerò solo alcuni aspetti. Nel prossimo post, proveremo a dare voce ai ricordi di dirigenti, militanti, uomini e donne impegnati in politica, per rappresentare il loro ricordo di Enrico ed Aldo.

Enrico Berlinguer
Dati biografici

Nato a Sassari nel 1922,  morto a Padova nel 1984, durante un comizio. Si iscrisse al PCI nel 1943. Entrò nel 1962 nella Segreteria nazionale. Dieci anni dopo divenne Segretario generale.

Significative azioni politiche

Ebbe la intuizione di lanciare l’eurocomunismo, cioè un PCI presente attivamente nel cammino di integrazione europea (ricordiamo che all’inizio il PCI fu contrario alla Comunità europea, perché considerata troppo filo-americana).
Ebbe il coraggio di andare a Mosca e legare le sorti del PCI alla democrazia pluralistica. Era il 1977 e si celebrava il 70 anniversario della Rivoluzione d’Ottobre.
Ebbe il coraggio di dire di sentirsi più sicuro sotto ombrello Nato anziché nel patto di Varsavia, in una celebre intervista a G. Pansa del 1976.
Accettò di dialogare con Aldo Moro, perseguendo la politica del compromesso storico, cioè un connubio tra masse comuniste e masse cattoliche per una trasformazione dello Stato nell’ottica di una democrazia sostanziale.
Portò il PCI a superare la DC nelle elezioni europee del 1984.
Diede la vita letteralmente per il partito, iniziando a stare male a Padova nel 1984 durante un comizio elettorale.

Aldo Moro
Dati biografici

Nacque a Maglie in Puglia nel 1916. Si sposò il 5 aprile 1945 presso il Santuario dell’Alberici, con Eleonora Chiavarelli originaria di Montemarciano, a pochi chilometri da noi. Nel 1978 venne rapido dalle Brigate Rosse che uccisero gli uomini della scorta: dopo due mesi di prigionia, venne ucciso barbaramente.

Azioni politiche significative

Da Ministro dell’Istruzione, introdusse la educazione civica nelle scuole.
Nel 1959 divenne Segretario nazionale della DC.
Fu cinque volte Presidente del Consiglio dei Ministri
Fu un abile tessitore, capace di spostare il corpaccione DC e gran parte dell’elettorato moderato verso la apertura al Partito socialista italiano di Nenni. Da questa scelta, nacque un periodo di innovazione democratica che portò ad esempio alla scuola media unica ed alla energia elettrica per tutti.
Fu tra i pochi politici a capire che i giovani del 68 avrebbero cambiato il contesto sociale e cercò sempre un dialogo con loro. Inoltre, pur essendo Presidente del Consiglio dei Ministri oppure Ministro degli esteri, non volle mai abbandonare i suoi studenti di diritti e procedura penale a Scienze Politiche alla Sapienza di Roma.

In un contesto assai ostile, maturò la idea della solidarietà nazionale, cioè una fase di reciproca attenzione tra DC e PCI finalizzata a dare all’Italia una democrazia compiuta, in cui anche il PCI avrebbe in teoria potuto vincere le elezioni ed andare al Governo. Ricordiamo che in qui decenni c’era un veto internazionale a che i comunisti andassero al potere, in un Paese della Nato.

Nel prossimo post continueremo a studiare queste due importanti figure, anche cercando di capire cosa possono ancora dire e dare al nostro PD.

Giandiego Carastro